Uno dei personaggi chiave è un imprenditore colombiano arrestato di recente che conosce bene i legami dei chavisti.
Marcos García Rey è un freelance spagnolo che segue da tre anni le questioni venezuelane. Il materiale non manca, di documenti ne girano parecchi, messi in circolazioni dal mondo variegato dall'opposizione anti-Maduro con base a Madrid, dei fuoriusciti del chavismo, a volte con la complicità degli Stati Uniti che da anni, senza molta fortuna, tentano di abbattere in ogni modo il regime di Caracas.
Uno dei personaggi chiave degli affari di Maduro nel mondo, Italia compresa per ragioni immobiliari , si chiama Alex Saab, imprenditore colombiano, arrestato venerdì a Capo Verde, con un mandato di cattura degli Stati Uniti. «Se Saab parla cade tutto», spiega un politico venezuelano, recentemente fuggito da Caracas. In Italia potrebbe trovarsi Rafael Ramirez, ex ministro del petrolio con Chavez, che ha lasciato il Paese in polemica con il presidente.
Così, a palazzo Miraflores, la sensazione di essere accerchiati è enorme, anche perché la lista dei fuoriusciti, alcuni disposti a parlare, fa più paura delle proteste di piazza oggi meno intense. La tenaglia effettivamente è pericolosa: boiardi e militari in fuga, personaggi chiave in mano agli americani e un lavoro incessante dei nemici, in particolare Stati Uniti e Colombia.
Chi conosce queste vicende ritiene il documento pubblicato da Abc verosimile, ma nota più di una incongruenza, a cominciare dalla data: il 2010 è un anno in cui il Venezuela naviga in buone acque grazie ai proventi del petrolio, Chavez non ha bisogno di particolari appoggi internazionali, ma non è nemmeno nell'auge ideologico, con il sogno di esportare la rivoluzione fuori dai propri confini, ammesso che i 5 Stelle siano un interlocutore in questo campo.
«La notizia non mi stupisce, il regime si comporta così. Spero però che non sia vero», dice Mariela Magallanes, deputata dell'assemblea nazionale, in Italia dopo aver trascorso 7 mesi nella nostra ambasciata a Caracas. «Il nostro parlamento è pronto ad aprire un'inchiesta e spero che ce ne sia una anche dalle vostre autorità. Devo molto alla Farnesina, e non voglio credere che un partito abbia accettato finanziamenti da un regime sanguinario».
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