Il sindaco di Nembro: «I miei 96 messaggi vocali per restare uniti mentre qui morivano ...
«Domenica 15 marzo. Era il messaggio vocale che ogni sera mandavo ai miei concittadini. Non ce la feci a leggerlo. Cominciavo, e mi mettevo a piangere».«Sì. Ero debilitato dal virus, isolato da settimane nella stanza di mio figlio, senza vedere nessuno di persona. Ed erano morti amici carissimi. Nei momenti peggiori dell’epidemia, raggiungevo fino a 2.200 persone. Un modo per tenere unità la comunità».«In tanti mi hanno fermato per ringraziarmi.
«No. Erano preoccupati per l’effetto del lockdown sulle loro attività produttive. Volevano sapere se e quando cominciava, avevano esigenze di fermo degli impianti, volevano riorganizzare gli uffici tecnici. Ma capisco le ragioni della sua domanda».«Mi sembra normale che un portatore di interessi li rappresenti alle istituzioni, anche con forza. Ma la decisione spetta alla politica. La sua funzione è quella».
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