Andrea Beretta, capo ultrà dell'Inter, ha collaborato con i magistrati dopo aver ucciso Antonio Bellocco, rampollo del clan calabrese. Beretta ha rivelato dettagli su un'organizzazione criminale che sfruttava il tifo nerazzurro per fare soldi, con attività che vanno dai biglietti rivenduti al merchandising passando per i chioschi di cibo.
Un po' gang e un po' azienda, è il ritratto della curva dell'Inter nell'ultimo verbale di Andrea Beretta, il capo ultrà che in carcere ha fatto il passo di collaborare con i magistrati dopo aver ucciso a coltellate a settembre Antonio Bellocco, il rampollo del clan calabrese di Rosarno che aveva deciso di fargli le scarpe.
Beretta tiene tutta la contabilità sulle sue agende che ha fatto avere alla procura. Il tifo è un buon affare, rende bene. Per la stagione Champions, quella della finale Inter-Manchester, i tre triumviri o"pastori" come si autodefiniscono Beretta, Bellocco e Marco Ferdico, anche lui agli arresti, ex front man della curva, con la maglia nera nelle immagini, si spartiscono 150 mila euro ciascuno.
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