Assolombarda e Cgia di Mestre chiedono più risorse per l'industria. Il governo punta al raddoppio della produzione dai giacimenti
Extracosti per 13 miliardi di euro. Sono i maggiori oneri stimati dall'Ufficio studi della Cgia di Mestre per le imprese italiane che nel primo trimestre 2022 saranno chiamate a pagare, rispetto al 2019 , a causa dei rincari di energia elettrica e gas. Secondo gli artigiani mestrini, l'intervento del governo per calmierare le bollette, previsto tra i 5 e i 7 miliardi di euro, è insufficiente. I settori energivori a forte consumo di gas sono a rischio.
La situazione rischia di devastare le aree caratterizzate da insediamenti industriali diffusi come Milano, Lodi e la Brianza. Un'analisi del Centro studi di Assolombarda ha evidenziato che a gennaio l'indice delle quotazioni delle materie prime non energetiche ha continuato a crescere raggiungendo il +45% rispetto al pre Covid, mentre il gas naturale in Europa ha registrato un'impressionante fiammata dei prezzi .
«La situazione legata all'aumento del prezzo di materie prime ed energia è allarmante e rischia di compromettere seriamente la ripresa economica», ha dichiarato Alessandro Spada, presidente di Assolombarda. «Per l'industria lombarda non solo stimiamo un costo energetico quadruplicato nel 2022, che passa dai 2 miliardi del 2019 agli 8,3 di quest'anno.
Una speranza giunge dall'approvazione del Pitesai approvato dal ministero della Transizione ecologica che, pur bloccando i nuovi permessi per il petrolio, dà il via libera alla ripresa delle prospezioni e delle estrazioni di gas in terra e nell'offshore italiano. Per il dicastero guidato da Roberto Cingolani si compie un primo passo verso quell'incremento della produzione del gas italiano a cui il governo sta guardando come una delle armi per contrastare il caro energia.