Le impronte dell'imputato nel processo per l'omicidio di 'Diabolik' sono state identificate come appartenenti a Gustavo Alejandro Musumeci, il nome vero dell'uomo che si era presentato in Italia con un'identità falsa. La scoperta è stata fatta dalla Polizia Scientifica dopo un'analisi dettagliata delle impronte raccolte presso il luogo del crimine, il parco degli Acquedotti, dove è stato ucciso il 7 agosto del 2019.
La Polizia Scientifica ha identificato le impronte dell'imputato nel processo per l'omicidio di, noto come 'Diabolik', come appartenenti a Gustavo Alejandro Musumeci. Le conclusioni sono state raggiunte dopo accertamenti sui campioni raccolti presso il luogo del crimine, il parco degli Acquedotti, dove è stato ucciso il 7 agosto del 2019 con un colpo di pistola alla testa.
Un sovrintendente della Scientifica ha spiegato in aula bunker davanti alla Terza Corte di Assise che la comparazione delle impronte è stata effettuata in base alla documentazione inviata dalle forze dell'ordine italiane e dalla polizia argentina. A differenza di casi precedenti in cui si lavorava su frammenti, in questa occasione si trattava di due impronte complete. Il PM Mario Palazzi aveva già richiesto l'acquisizione degli atti processuali della risposta alla rogatoria delle autorità argentine, spiegando che Raul Esteban Calderon, il nome utilizzato dall'imputato in Italia, non esiste e che l'uomo si chiama in realtà Gustavo Alejandro Musumeci. A supporto di questa ricostruzione, sono stati presentati ulteriori elementi provenienti dall'analisi del contenuto di due telefoni sequestrati all'imputato durante l'arresto. Tra gli elementi raccolti, screenshot, conversazioni con la sorella, foto di famiglia e con gli amici, ma anche una chat con alcune foto che ritraggono Musumeci in giovane età e alcuni documenti giudiziari in lingua spagnola riguardanti l'uomo stesso.
OMICIDIO 'DIABOLIK' IMPRONTE DATTILOGRAFICHE GUSTAVO ALEJANDRO MUSUMECI IDENTITA' FALSA
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