Nell'ultimo mese centinaia di uomini hanno denunciato le violenze sessuali subite usando l'hashtag #MeTooGarçons, che è diventato un'occasione per mettere in discussione i miti sulla virilità
Nell'ultimo mese centinaia di uomini hanno denunciato le violenze sessuali subite usando l'hashtag #MeTooGarçons, che è diventato un'occasione per mettere in discussione i miti sulla virilità
Tutto è iniziato il 22 febbraio, quando in una storia su Instagram l’attore Aurélien Wiik, 43 anni, ha raccontato di aver subito degli abusi da parte del suo agente e di altri membri del suo entourage quando aveva 11 anni e per i quattro anni successivi. Ha parlato di «aggressioni, molestie e tentati stupri» e anche di uno stupro subito da una donna che l’aveva drogato.
Nonostante in questa specie di MeToo maschile i racconti degli uomini siano centinaia, non si esclude che molti altri potrebbero essere inibiti a pubblicare i loro racconti, soprattutto dalle reazioni che si leggono sotto le testimonianze. Diverse persone hanno infatti commentato con messaggi offensivi, maschilisti e omofobi accusando gli uomini che hanno preso parola sulle violenze subite o di volersi mettere in mostra o di non essere stati sufficientemente maschi per difendersi.