Il Veneto ha superato la Lombardia nel numero di casi di influenza aviaria. Un nuovo focolaio è stato individuato a Vigasio, Verona, in un allevamento di 800.000 galline ovaiole. Calogero Terregino dell'Istituto Zooprofilattico delle Venezie ha evidenziato l'evoluzione del virus, la sua diffusione in nuove aree e la necessità di rivalutare le misure di biosicurezza.
Il Veneto ha superato la Lombardia nel primato di casi di influenza aviaria. Sabato scorso è stato accertato un nuovo focolaio a Vigasio, in provincia di Verona, in un allevamento di 800.000 galline ovaiole. Questo fatto porta il totale regionale a 24 casi contro i 23 lombardi. In Italia sono stati registrati 53 focolai di aviaria, che hanno colpito anche Friuli-Venezia Giulia ed Emilia-Romagna.
Il dato è emerso oggi durante un incontro con le aziende avicole regionali convocato da Confagricoltura Veneto nella sede di Padova ad Albignasego. Oltre 250 allevatori da tutta la regione hanno partecipato all'incontro, sia in presenza che tramite collegamenti online, con presenze anche dalla Lombardia. L'epidemia ha causato ingenti danni, tra l'abbattimento di milioni di capi e il blocco dell'attività dovuto alle ZUR (Zone di ulteriore restrizione) istituite nei territori colpiti. Calogero Terregino, direttore del dipartimento di Scienze biomediche comparate dell'Istituto Zooprofilattico delle Venezie, ha tracciato il quadro della situazione epidemiologica: 'L'ultimo focolaio ha colpito un allevamento enorme di ovaiole nel Basso Veronese, con un impatto economico notevole anche in termini sanitari. Il virus si sta modificando: circola in nuove aree come il Trevigiano, finora poco a rischio, con nuovi uccelli volatili infetti che lo propagano, come gli ibis e gli aironi, riuscendo anche ad adattarsi ad ambienti diversi da quelli accertati finora. Una situazione che pone un punto di domanda sulle misure di biosicurezza, che potrebbero non essere più sufficienti, e che rilancia l'opportunità dell'adozione di un vaccino, in sperimentazione tra Italia e Olanda. Ne sono già pronti alcuni di nuova generazione, in particolare per tacchini e galline ovaiole. Se ne parlerà il 22 gennaio a Roma, al ministero, che nel frattempo ha riesaminato le misure di controllo, togliendo le aree di restrizione da Brescia e Ferrara e concentrando gli sforzi nelle aree critiche tra Mantova e Verona'
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