Così Zelensky è diventato il primo leader online in tempo di guerra | RussiaUkraineConflict
25 febbraio 2022: una data storica che resterà impressa con l’inchiostro indelebile dell’eroismo. Quel giorno, o meglio quella sera, Zelenskij annunciava al Cremlino, al popolo ucraino e al mondo intero di aver preso una decisione destinata a incidere profondamente sulla modalità di conduzione e sull’esito della neonata guerra: sarebbe rimasto in patria.
Buona sera a tutti. Il capo del partito è qui. Il capo dell’ufficio presidenziale è qui. Il primo ministro Šmihal’ è qui. Podoliak è qui. Il presidente è qui. Siamo tutti qui. Il nostro esercito è qui. I nostri cittadini sono qui. Siamo tutti qui per difendere la nostra indipendenza, il nostro Stato, e così faremo. Gloria ai nostri difensori, gloria all’Ucraina, gloria agli eroi!
Se Desert Storm è stata la prima guerra seguita dalle telecamere, e le primavere arabe sono state le prime rivoluzioni coordinate sui social network, la guerra in Ucraina verrà ricordata come il primo conflitto combattuto a colpi di meme, appelli virtuali e prodotti simil-pubblicitari a metà tra la propaganda bellica e il marketing virale che, al di là di ogni aspettativa, hanno raggiunto gli obiettivi di incoraggiare la popolazione a unirsi in una caparbia resistenza, di attrarre...
L’utilizzo di Instagram da parte di Zelenskij meriterebbe un libro a sé. L’impiego assiduo della piattaforma lo ha reso il primo “Insta-presidente” di sempre. Non è esagerato affermare che Instagram sia stato il vero rifugio di Zelenskij nel corso della guerra: più di 370 post, tra foto e video, sono stati pubblicati dal 24 febbraio al 6 aprile, con una media di quasi dieci al giorno.
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