Irene Grandi: «Il mio matrimonio? È già finito, sono troppo egoista»
«Quello che sono oggi lo devo soprattutto alla folgorazione adolescenziale per i Blues Brothers, a Pino Daniele e a Vasco Rossi, e alla mia professoressa di russo. Ma solo perché era una pessima professoressa».
Avremmo perso una delle voci più potenti, esplosive, entusiaste e gioiose del pop italiano. A proposito: con una voce così, perché ha deciso di uscire ora con un album tutto blues, “Io in blues”, con cui la vedremo in tour tutta l’estate? Quello è uno stile filosoficamente opposto alla sua personalità così gioiosa e allegra, così “pop”.
«Debuttiamo a luglio, è stata una grande sorpresa anche per me. Si mescolano la lirica, il rock, tante cose diverse. Un’esperienza veramente fuori dal consueto».«È stata la mia iniziazione alla musica, a 14 anni al cinema Universale a San Frediano, che era già un’iniziazione di per sé.