L'ex tecnico della nazionale italiana parla dell'Inter, di Lautaro e del momento della squadra che si prepara ad affrontare lo Sparta Praga in Champions League.
C' è un tifoso dell' Inter che arriva fino a qui, ponte Carlo e dintorni, con il suo sorriso e la sua spinta. Praga è città di magia e di leggende. Magari stasera lo sarà anche di punti e di gol. È bene chiederlo a Jurgen Klinsmann, che domenica a San Siro si è preso l'abbraccio della gente nerazzurra. 'È stato bellissimo per me, mi sono emozionato, mi sono sentito uno di loro. Va bene così, dai, l' Inter è nel mio cuore come nel mio cuore è anche mio figlio Jonathan'.
Gioca a Cesena, fa il portiere. Ma non è che sta pensando di proporlo a Marotta e Ausilio? 'Ma no, non credo abbiano bisogno di un portiere. Almeno non adesso, poi hai visto mai... (risata, ndr)'. Questa è una gara che l'Inter deve vincere per entrare tra le prime otto. È difficile preparare un match senza appello? 'Sì, non è una sfida dall'approccio semplice. Tra le due squadre c'è una distanza tecnica evidente, ma lo Sparta Praga ha 4 punti, sa già che non avrà chance di qualificazione, avrà l'animo leggero e allo stesso tempo potrà impostare una partita molto difensiva. Mi aspetto un match simile a quello contro l'Empoli. Ma domenica l'Inter mi è piaciuta molto. Si è messa lì con pazienza e ha vinto con lucidità. Ecco, serviranno gli stessi ingredienti'. Che momento è, per l'Inter? La delusione in Supercoppa, la pressione del Napoli... 'Io credo che siano dentro una stagione molto interessante. Perché hanno voglia di far bene in qualsiasi competizione: fin da inizio anno si erano prefissati questo obiettivo e ora sono in corsa ovunque. Così ragionando, sviluppi un modo di pensare che porta a concentrarti davvero soltanto sulla partita successiva. Non è un modo di dire, è il segreto delle grandi squadre. E Inzaghi è riuscito a trasmetterlo. In Champions questa cosa si nota ancora di più. Con la nuova formula poi non esistono calcoli: nessuno può sapere ancora oggi con certezza quanti punti serviranno all'Inter per entrare tra le prime otto'. A proposito di calcoli: una squadra che in campionato ha segnato 51 reti in 20 partite, ora che ha ritrovato Lautaro dove può arrivare? 'Io ho sempre detto e pensato una cosa: anche Lautaro ha il diritto di prendersi una pausa. Gli va concesso. Quando ti fermi a guardare i suoi ultimi tre anni, dici: è una roba da matti. Quante partite ha giocato? Quanti trofei ha vinto? Quanti gol ha segnato? Ok, ci sta che si fermi per un periodo. Ora sta tornando il Lautaro di sempre: l’ho visto lucido, leggero di testa, altrimenti quella rovesciata neppure la provi. Perfetto per Inzaghi, a marzo e ad aprile quando arriveranno le gare decisive lo avrà al top'. Thuram ha detto in un’intervista alla Gazzetta: 'Siamo una squadra che fa paura in Europa, non vedo nessuno superiore a noi'. Concorda? 'Sì, l'Inter vale le più forti della Champions e ha tutto per credere di arrivare ancora in finale. E sa cosa le dico? Che le parole di Thuram dimostrano quanto sia cresciuto il giocatore in personalità, non ha timore di dire certe cose. La Champions, in effetti, è un torneo che fa aumentare l’autostima'. Marcus è a 13 gol in Serie A: in un poco più di un girone ha eguagliato il suo record di gol in un campionato intero. La sorprende? 'Sì, Thuram mi ha sorpreso. Anche nell’evoluzione: Inzaghi ha capito che sarebbe potuto diventare un gran 9 e lui si è affidato'. Crede che il tecnico sia stato aiutato dal fatto di essere stato anche lui un attaccante? 'Certo che incide, è capitato anche a me. Perché sai perfettamente cosa passa nella testa del tuo giocatore. Hai fatto il suo stesso mestiere, è un plusvalore: l’approccio psicologico viene automatico. Ma Inzaghi ha avuto un impatto enorme anche su altri, giocatori eh'. Calhanoglu? 'Lui, certo. Penso pure al gruppo degli italiani: Barella, Bastoni, Dimarco, negli ultimi 3-4 anni sono certezze a livello internazionale. Bravo l'allenatore, brava la società: l'Inter ha tutto per essere considerata un top team'. A Taremi manca... leggerezza, forse ha accettato l'idea di essere dietro a quei due' Mancano in verità i gol dalla panchina. Quelli di Taremi. 'Avrebbe bisogno di una grande serata per acquisire maggiore fiducia e coraggio. Ha presente l’assist che ha fatto contro l’Empoli a Lautaro per quel tiro dal limite? Ok, bello l’appoggio. Ma un attaccante lì prova a tirare e a segnare. Ad esempio... Io non l’avrei mai data ad Aldo Serena quella palla, mai! (risata, ndr). A Taremi manca questa leggerezza. E forse ormai ha accettato l’idea di essere dietro a quei due'. Chiusura extra campo. Lei, quando non è a Cesena da suo figlio, vive in California. Ha avuto problemi con il disastro degli incendi? 'Sono un uomo fortunato, abito un’ora a sud di Los Angeles, il caos c’è stato soprattutto a nord. Anzi, le dico che aspetto l'Inter in estate dalle mie parti per il Mondiale per club: ho detto ai dirigenti che se hanno bisogno di consigli, io sono a disposizione. Nel dubbio, una telefonata non è mai una cattiva idea'
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