L'articolo esplora l'investimento di Donald Trump nell'intelligenza artificiale attraverso il progetto Stargate, una joint venture tra OpenAI, Oracle e SoftBank. Si analizzano le motivazioni dietro a questa partnership e le implicazioni per il futuro dell'IA.
Chiodo scaccia chiodo. E un ordine esecutivo scaccia un altro ordine esecutivo. Nel primo giorno dall'insediamento di Donald Trump come 47esimo presidente degli Stati Uniti, il tycoon ne ha firmati cento. A essere colpito c'è anche un precedente ordine esecutivo, firmato nel 2023 da Biden per regolamentare lo sviluppo delle intelligenze artificiali e che adesso è stato abolito.Insomma, la nuova tendenza sembra essere quella di spingere sull'acceleratore dell'innovazione a ogni costo.
Anche di benedire simbolicamente l'unione fra tre grandi realtà della tecnologia — OpenAI, Oracle e SoftBank — che hanno annunciato una joint venture per lo sviluppo delle infrastrutture a servizio dell'intelligenza artificiale. Così nasce (o meglio, continua) il progetto Stargate. L'annuncio è stato fatto il 21 gennaio alla Casa Bianca, alla presenza del presidente Trump e dei capi delle tre aziende. «Il progetto Stargate è una nuova azienda che vuole investire 500 miliardi nei prossimi quattro anni per costruire una nuova infrastruttura per OpenAI negli Usa», si legge nel comunicato ufficiale pubblicato sul sito dell'organizzazione che ha realizzato ChatGpt. Per dirlo con le parole di Trump si può sintetizzate come «sono tanti soldi e gente di grande qualità». L'obiettivo è quello di conquistare il settore delle intelligenze artificiali potenziando le infrastrutture, diventando così leader globali («la Cina è una concorrente, anche gli altri lo sono», ha ricordato il presidente).«Credo che questo sarà il progetto più importante di questa epoca», ha dichiarato il ceo di OpenAI Sam Altman. «Non saremmo in grado di farlo senza di lei, signor Presidente». Il finanziamento, tuttavia, non è federale ma arriverà direttamente dalle «tasche» delle aziende coinvolte (il progetto potrebbe essere esteso anche ad altre società in futuro, si parla di Microsoft e Nvidia). E già i primi 100 miliardi sono stati stanziati.Una novità nel panorama della tecnologia? Non esattamente. In realtà di Stargate si parlava già nel marzo 2024 (ne aveva dato notizia la testata The Information). Insomma, un progetto che ha avuto inizio già durante l'amministrazione Biden. Dieci data center, infatti, sono già in costruzione in Texas. Il progetto prevede la costruzione in totale di 20 data center nei prossimi quattro anni. Un progetto di queste dimensioni non poteva fare altro che attirare i più grandi innovatori nel settore tecnologico. Per questo non stupisce che in mezzo ci sia Oracle e, soprattutto, il suo co-fondatore Larry Ellison.Nella sua brevissima biografia sul sito ufficiale di Oracle, oltre a citare in tredici parole il suo ruolo nella compagnia, si legge anche che «pratica anche la vela, guida aerei, gioca a tennis e suona la chitarra». Le sue imprese personali e professionali, però, sono molto più di questo.Nato nel 1944 nel Bronx da madre single (il padre biologico era un pilota militare italo-americano), a nove mesi fu adottato dagli zii, da cui ha preso anche il cognome: il padre adottivo, un russo immigrato negli Usa, ha deciso di cambiarlo in Ellison come tributo al luogo che per la prima volta lo ha «accolto» negli Stati Uniti, cioè Ellis Island.Dopo avere mollato il college, un giovanissimo Ellison ha cominciato a imparare sul campo la professione dello sviluppatore. Nei primi anni Settanta è arrivato il primo progetto: la realizzazione di un database relazionale per conto della Cia. Nome in codice: Oracle. Nel 1977, insieme a due partner, ha fondato la propria azienda prima con il nome di Software Development Laboratories, trasformatosi poi in Relational Software, Inc. e infine — sei anni più tardi — nella più nota Oracle. Il primo database omonimo è stato rilasciato nel 1979 con il nome di Oracle version 2 (ma la prima versione non esisteva neppure).Da allora, l'azienda si è affermata e ha dato filo da torcere al resto dei concorrenti. A parte un periodo di instabilità (nel 1990 rischiò la bancarotta), Oracle diventò presto la più importante azienda nel settore dei database. Il successo di Oracle — di cui non è più il ceo dal 2014, ma solo presidente e chief technology officer, oltre a possedere più del 40% delle azioni dell'azienda — non è l'unica impresa professionale e personale nella quale ha lasciato il segno.Ellison è stato infatti uno dei primi investitori di un altro gigante della tecnologia, Salesforce. Dal 1997 al 2002 è stato anche a capo del consiglio di amministrazione di Apple. E nel 2018 è entrato anche nel cda di Tesla, di cui aveva già comprato azioni per tre milioni di dollari. Insomma, la maggior parte delle volte sa in che direzione sta soffiando il vento (a parte piccole defaillances, come l'avere comprato azioni della truffaldina Theranos). Nel 2024, Forbes l'ha inserito nella lista degli uomini più ricchi al mondo con un ottimo risultato: quinto posto, grazie ai suoi 141 miliardi di dollari di patrimonio personal
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