I criminali si organizzano per accaparrarsi la “ripartenza”: per fermarli serve l'impegno di tutti. Tre i settori più appetibili: lo smaltimento dei rifiuti ospedalieri, il rilancio dei trasporti e le nuove opere.
La nostra attenzione è focalizzata sull'emergenza sanitaria da coronavirus e sulle drammatiche conseguenze che si prevedono su ogni aspetto della nostra vita, economica e sociale. Non è però fuori luogo avviare una riflessione sul "dopo", sul nuovo inizio che – ci auguriamo prestissimo – interesserà tutta l'Italia. Tra i protagonisti di questa necessaria ripartenza ci saranno, purtroppo, anche le mafie e non solo nelle regioni del nostro Meridione.
Il terzo obiettivo sarà quello di infiltrarsi nella realizzazione delle necessarie opere e infrastrutture, piccole e grandi, finanziate da ingentissimi investimenti pubblici. Come è sempre avvenuto, le organizzazioni criminali cercheranno di superare o aggirare le barriere alzate dalla legge. C'è stata finora – e guai se continuasse – una drammatica sottovalutazione del potere, di ricatto e non solo, che i mafiosi esercitano una volta inseriti nelle reti di relazione, cioè il patrimonio principale di imprese e categorie professionali. Decisivo resta il problema della politica e delle politiche, ovvero delle decisioni pubbliche che si intendono adottare.
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