I due coniugi, residenti nel Bresciano, si sarebbero presentati spontaneamente in carcere: sono pronti a spiegare la loro versione dei fatti al Gip
Si sono aperte le porte del carcere per la coppia finita al centro di una maxi inchiesta per evasione fiscale dopo la scoperta di un giro di fatture false che si aggirerebbe sui 500 milioni di euro. Come avevamo, la guardia di finanza ha rinvenuto ben otto milioni di euro sotto il prato del casolare di Gussago dove a quanto pare i due vivevano e gestivano gli affari.
Al centro dell'inchiesta ci sono migliaia di fatture false, per un valore di oltre 500 milioni di euro, che sarebbero state emesse dal 2018 nell’ambito di attività dedite al commercio di materiale ferroso.
Agli arresti sono finiti i due coniugi, il loro figlio 22enne e la zia materna. L’indagine conta ben 77 indagati. Tutto sarebbe partito da una segnalazione arrivata, nel 2019, ai carabinieri di Gardone Val Trompia: riguardava la scoperta di 113 bonifici eseguiti in poco tempo da un'azienda di Lodrino, poi risultata intestata a un operaio della Valtrompia.
In tutto più di 34 milioni di euro che, secondo il gip, servivano a pagare fatture ritenute inesistenti. I soldi poi tornavano in Italia in contanti: trasportati, spesso in auto, dagli "spalloni". Da lì i finanzieri hanno avviato gli accertamenti: ricostruendo una vasta rete di società cartiere, in realtà gestita dalla coppia finita in manette. Il presunto giro di false fatture sarebbe servito per coprire gli acquisti e le vendite in nero di metalli ferrosi.