L'articolo descrive l'imponente impianto di riscaldamento geotermico inaugurato a Vantaa, Finlandia, che rappresenta un passo importante verso la neutralità carbonica del paese entro il 2030. Esplora le caratteristiche della geotermia, il suo potenziale di rinnovabilità e l'impatto positivo sull'ambiente. Vengono inoltre comparate le diverse fonti energetiche e si evidenzia il ruolo marginale della geotermia in Italia, nonostante il suo importante potenziale.
I paesi scandinavi, culturalmente più attenti alle tematiche green, precorrono i tempi, e la Finlandia , che ha scoperto un importante giacimento geotermico, potrebbe centrare la neutralità carbonica già entro il 2030. Nella città di Vantaa, poco distante dalla capitale Helsinki, nel sud del paese, è stato realizzato un impianto di riscaldamento geotermico, il primo della Finlandia , che produce calore in modo rinnovabile e totalmente pulito ed energia che viene immessa e venduta nella rete.
Prima di entrare nei dettagli, vediamo quali sono le caratteristiche di una centrale geotermica, che sfrutta il calore proveniente dalle profondità della Terra, trasformandolo in energia. La temperatura interna del pianeta che ci ospita, in media sale di 3° ogni 100 metri di profondità, ma in presenza di particolari condizioni può raggiungere anche i 350° intorno ai 2000-4000 metri. Acque bollenti e vapore, che salgono verso la superficie terrestre attraversando gli strati rocciosi, sono intercettati dai pozzi geotermici, azionano la turbina, dove l'energia è trasformata in energia meccanica di rotazione, che è a sua volta diventa energia elettrica, grazie ad un alternatore, per poi essere trasmessa al trasformatore, infine immessa nella rete. Quanto scoperto in Finlandia, consentirà alla nazione di contribuire al fabbisogno energetico per un lunghissimo periodo di tempo, potenzialmente infinito, più probabilmente secoli, perché oltre alle caratteristiche di rinnovabilità, intrinseche dell’energia geotermica ci sono poi le variabili locali che ne influenzano la longevità, come l'equilibrio tra estrazione e iniezione di calore nel sottosuolo, insieme alla velocità con cui il calore viene estratto dal sottosuolo e la capacità che ha lo stesso giacimento a rigenerarsi. Quel che è certo, invece, è che l’impianto di Vantaa contribuirà notevolmente all’abbassamento delle emissioni di CO2, in favore della sostenibilità ambientale, visto che secondo quanto dichiara la società finlandese che gestisce la centrale geotermica, “le emissioni di carbonio sono inferiori del 95% rispetto a quelle generate dai combustibili fossili”, in quanto a differenza di centrali elettriche tradizionali, l’impianto geotermico non brucia carburante fossile. L’impianto di Vantaa consente di produrre 2.600 megawatt di energie elettrica all’anno, e produce circa 1.400 MWh di calore, che in termini di volume, corrisponde a circa 35 pozzi geotermici tradizionali; il piano originale che prevedeva una perforazione di 2 km, a causa del substrato roccioso, è stato sostituito con tre pozzi profondi 800 metri. Naturalmente, il progetto di riscaldamento geotermico finlandese a Vantaa è solo il primo passo, perché la tecnologia ha il potenziale per diffondersi in altre aree del paese, anche grazie alla sua flessibilità, che consente di immagazzinare calore ed energia anche durante il periodo invernale, quando i consumi sono elevatissimi e la luce del giorno è molto ridotta. Infatti, la differenza sostanziale tra il geotermico ed altre fonti energetiche più diffuse, come il solare e l’eolico, risiede nel fatto che l’energia geotermica è più stabile, consente una continuità quotidiana, non garantita invece dalla luce solare e dal vento. Insieme alla centrale geotermica, a Vantaa è in costruzione l’impianto di stoccaggio di energia termica stagionale più grande al mondo, ricavato all’interno di tre caverne larghe circa 20 metri, lunghe 300 e alte 40, mentre il fondo delle caverne sarà a 100 metri sotto il livello del suolo. Le caverne di stoccaggio hanno un volume totale di 1.100.000 metri cubi, fisicamente grande quasi quanto due volte, il celebre Madison Square Garden di New York. La capacità termica totale dell'accumulo di energia termica è di 90 gigawattora, che suddivisa in unità energetiche più piccole, equivale a 1,3 milioni di batterie per auto elettriche. Ma in Italia è possibile investire nella geotermia? “Il nostro paese ha un potenziale di energia geotermica estraibile e sfruttabile che si stima valga tra i 500 milioni e i 10 miliardi di tonnellate di petrolio equivalente. Vale a dire, tra i 5.800 e i 116mila terawattora di energia, a fronte di un fabbisogno annuo di poco superiore ai 300 terawattora” si legge sul sito di Enel. Da questi dati si evince che basterebbe estrarre una piccola quantità di quell’energia per soddisfare tutta la domanda interna. Eppure questa fonte energetica presente in diverse regioni, ricche di sorgenti naturali di acqua calda, ha un ruolo marginale, nonostante a Larderello, in Toscana sia stato costruito il primo impianto geotermico al mondo. L’Italia, dunque, può vantare enormi conoscenze e competenze, e ci sono una trentina di impianti sparsi sul territorio, ma solo la Toscana - ad oggi - fa la differenza in termini di bilancio energetico
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