Un agente di gate impedisce a una mamma di salire su un aereo con la sua bambina che piange. La situazione si fa insostenibile fino all'arrivo di una sconosciuta che offre supporto e sollievo alla giovane madre.
Viaggi are con un bambino piccolo è una vera sfida, una esperienza che ogni genitore conosce bene. Le difficoltà pratiche legate ai bagagli, al passeggino e ai ritmi imprevedibili sono solo l'inizio. Spesso si aggiunge anche la pressione emotiva proveniente dagli sguardi giudicanti degli altri. È proprio quello che è successo a una giovane mamma che si è trovata a fronteggiare un'imprevista opposizione da parte di un agente di gate.
La donna, di 32 anni, stava partendo da Maui diretta a Washington per visitare i suoi genitori, accompagnata dalla figlia di otto mesi. «Mi consideravo una professionista nel viaggiare da madre single», racconta. Ma la realtà ha messo presto alla prova le sue convinzioni. La bambina, stanca, ha iniziato a piangere. Gli sguardi degli altri passeggeri si sono fatti subito più critici ogni volta che la piccola si agita. A peggiorare la situazione, è arrivato l'agente di gate che, con un tono severo, ha detto alla mamma: «Non salirà sull'aereo finché non si sarà calmata». La mamma, sopraffatta dalla frustrazione e dall'umiliazione, era sul punto di crollare. Ma proprio in quel momento, una sconosciuta, una mamma come tante, si è avvicinata e le ha offerto aiuto. Le ha preso parte dei bagagli e del passeggino. Conoscendo bene la fatica di viaggiare da sola con un bambino, questa donna si è messa al fianco della mamma e, in un attimo, la mamma si è sentita meno sola. «Con lei al mio fianco, sono riuscita a salire sull'aereo con tranquillità» racconta la mamma. A volte, basta davvero poco per aiutare a superare le difficoltà e sentirsi meno soli
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