Ben Ainslie e James Ratcliffe, i due pilastri della vela inglese, si scontrano in una guerra giudiziaria per il ruolo di Challenger of Record. La rottura ha portato alla sfida formale di Athena Racing , guidata da Ainslie, contro Ineos Britannia, capitanata da Ratcliffe. Questa situazione apre la possibilità di due sfide inglesi per l'America's Cup 2024, creando un panorama incerto e ricco di intriganti possibili scenari.
Se esiste un evento sportivo dove non solo le firme ma anche le parole contano, questo è l’America’s Cup: nei suoi 174 anni di storia, sfidanti e detentore sono finiti più volte in tribunale per risolvere dispute che all’esterno appaiono quasi anacronistiche ma in realtà sono state fondamentali per le sorti della regata e di chi intende parteciparvi.
Per ora, nella ‘guerra’ tra Ben Ainslie – il mito della vela inglese – e James Ratcliffe, il patron di Ineos Britannia, il primo colpo l’ha messo a segno lo skipper, appena licenziato. In ballo c’è un aspetto di enorme valore per la prossima America’s Cup: il ruolo di Challenger of Record ossia il consorzio che gestisce per conto di tutti gli sfidanti il rapporto con chi detiene il trofeo. Quindi è interlocutore previlegiato e quasi sempre scrive delle regole a suo vantaggio più che per l’interesse generale. La rottura clamorosa tra i due perni dell’ultima sfida inglese, quella che ha conquistato la Louis Vuitton Cup nell’ultima edizione superando Luna Rossa Prada Pirelli per 7-4 ha posto un problema (ce ne sono tanti, a partire da una sede ancora da trovare) a Grant Dalton, nume di Emirates Team New Zealand e in pratica l’uomo che deve organizzarla. Chi deve essere il Challenger of Record? In teoria, Ineos Britannia perché tramite il Royal Yacht Squadron Limited aveva siglato un accordo con i kiwi, il 19 ottobre scorso, pochi minuti dopo la fine dell’ultima regata dell’ America’s Cup (basta questo per capire l’importanza del ruolo) ma Ratcliffe e i suoi non avevano fatto i conti con la storia pensando che bastasse il ‘peso’ economico di Ineos rispetto al mito di Ainslie. Invece, con un sorprendente voltafaccia – servendosi peraltro delle regole base – il club di Cowes, uno dei più antichi del mondo – ha preso le parti di Athena Racing, il team sportivo del cinque volte medaglia olimpica che non si limita all’America’s Cup. E in virtù del fatto che nominalmente a sfidarsi sono gli yacht club, ecco che il Royal New Zealand Yacht Squadron di Auckland ha accettato la sfida degli inglesi. “È fantastico avere di nuovo coinvolto il RYS, dato che è stato il primo yacht club a creare questo trofeo nel 1851 “ ha dichiarato Gillian Williams, commodoro del circolo neozelandese. Sono stati i detentori a precisare che in un meeting a Londra, Bertie Bicket presidente del Royal Yacht Squadron Racing, ha presentato formalmente la lettera di sfida ai detentori neozelandesi. “Questa firma consacra Athena Racing come Challenger of Record per la 38a America's Cup” è stata la dichiarazione finale, seguita da un annuncio di Ben Ainslie. Tre le considerazioni da fare. La prima: la possibilità di avere realmente due sfide inglesi, visto che Ratcliffe ha dichiarato apertamente di volerci provare e Ainslie non può tirarsi indietro (ma dovrà trovare un super sponsor per non fare brutte figure). La seconda: il vantaggio per i neozelandesi che sono affini per visione ‘ideologica’ e per stima reciproca ad Ainslie mentre Ratcliffe è considerato un ‘riccastro’ tycoon senza background velico e al tempo stesso meno influenzabile: non stupisce, in questo senso, che il Royal New Zealand Yacht Squadron abbia virato di rotta rispetto allo scorso ottobre. La terza: non si può mai dire, ma Luna Rossa non si trova un amico a gestire il lavoro degli sfidanti. Sir Ben Ainslie, senza mai eccedere, nelle due ultime edizioni più volte ha punzecchiato il team italiano e criticato sempre le decisioni della giuria a favore di Luna Rossa. E nell’ultima finale si è tolto il ‘sasso’ dalla scarpa dopo l’umiliazione sportiva della 36° edizione quando venne sconfitto dai nostri per 7-4, tra non poche polemiche
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