Se l’Europa si è rimessa in marcia, proprio quando sembrava prossima all’autodissoluzione, è perché finalmente dopo anni ha ritrovato in Angela Merkel...
La sua mediazione si muove però su un campo minato dai veti: l’Olanda pretende il voto all’unanimità del Consiglio, invece che a maggioranza qualificata, per l’approvazione dei piani nazionali di riforma e sblocco dei, rivendica tempi ridotti al massimo per l’autorizzazione dei fondi insieme alla salvaguardia del loro volume complessivo, minacciando il blocco sui, i rimborsi dei contributi al bilancio Ue previsti tra gli altri per Olanda e Frugali.
Se alla fine si arriverà all’accordo, come è ragionevole sperare, sarà la prima pietra della nuova Europa a guida tedesca.
Risposte emergenziali, certo. Le regole del patto di stabilità, la disciplina degli aiuti di Stato torneranno perché senza sarebbe impossibile governare i divari di stabilità e di concorrenza nell’euro dei 19 e neldei 27. Però la cultura è cambiata perché il mondo è cambiato. Era facile scontrarsi e imporsi ai partner Ue quando l’America era l’àncora della sicurezza collettiva e la Cina l’immenso mercato da conquistare.
Il Covid ha distrutto molte illusioni. Rivalutando un’Europa che da problema è tornata a essere la soluzione. Da coltivare. Tanto che stanno saltando altri vecchi tabù: su politica industriale, armonizzazione fiscale per una maggiore equità e, riforma della politica di concorrenza, costruzione di un pilastro economico integrato dell’euro accanto a quello monetario gestito dalla Bce.
Certo, a fianco della Germania di Angela c’è sempre la Francia di Emmanuel Macron però sempre più piccola e risucchiata dai problemi politici ed economici interni: un po’ come l’Urss che dopogli Stati Uniti continuavano a trattare come se niente fosse. In fondo oggi Berlino fa lo stesso con Parigi.europea non è più doppia, ma solitaria e ha la faccia di Angela. Accettabile in un’Unione nata e cresciuta nell’illusione di contenere la? Sarà il tempo a dirlo.
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