I salti mortali dell'insegnante di una piccola scuola 'pluriclasse' del Pavese
Due tablet accesi per video-chiamare gli alunni di due classi diverse che sono rimasti a casa, un telefono collegato a un ragazzo con bisogno educativo speciale, e oltre a questi dispositivi - peraltro personali - appoggiati sul banco, la classe «in presenza» da gestire.
Un'insegnante coscienziosa e dedita al lavoro, come si capisce, ma sfinita da questa emergenza. «Se ci era sembrato un momento difficile quello della didattica a distanza lo scorso anno - racconta - non avevamo immaginato come avrebbe potuto essere questo. Perché l'anno scorso eravamo tutti a casa, non facevamo un orario completo, era ridotto e si potevano dividere le classi. Qui l'orario è normale, la scuola è aperta, ed è un'altra cosa».
Anche per le famiglie, si sa, la situazione non è facile, e alcuni genitori sono costretti e conciliare la loro vita lavorativa con questa emergenza incredibile e infinita, fatta - mai come adesso - di tamponi in entrata e in uscita, figli che si positivizzano e si negativizzano in momenti diversi, piccoli e grandi contrattempi, disguidi, e dubbi.