La make-up artist a Novi Ligure: “Un pennello, un fard e lo specchio: anche il trucco è una psicoterapia”

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Erika Bovolenti, ospite della rassegna Hortus Conclusus, ha lavorato per il teatro e nel mondo della moda, ora è tornata ai negozi

titolo «Come un dipinto» scelto per il suo workshop non è casuale. Perché Erika Bovolenti, oltre ad essere make-up artist ed esperta di trucco a tutti i livelli , è anche pittrice. I visi li studia da quando aveva 13 anni e il suo sogno era creare maschere per il teatro. Ce l’ha fatta, poi è uscita da dietro le quinte per amore.

Spesso si tende a dare per scontata la preparazione prima dello spettacolo: ma sul palco il viso è praticamente tutto. «Grazie ai visi ci sono stati i miei primi passi in questa professione. Ne sono sempre stata affascinata e fin da bambina, a 12 o 13 anni, quando abitavo a Sartirana e non conoscevo il mondo del teatro, ho sempre voluto imparare a disegnare le maschere. È un filo che collega il mio lavoro di molti anni fa all’attuale. Ha collaborato con Giorgio Armani, Tom Ford, D-Squared.

Il mondo del make up è cambiato: tutorial, influencer, prodotti che diventano «giusti» perché comunicati bene. Ci si sente in un vortice? «A volte impauriti. Sono passata dalla moda al teatro, poi tornata ai negozi. Tre mondi diversi e in questi anni tutto è cambiato. Ci sono i social, c’è soprattutto Instagram. I clienti sono informatissimi sul glow, sulla stesura. Devi eccellere sia sulla bravura nell’applicazione del prodotto che sull’informazione. Questo è un lavoro artigianale e bisogna adattarsi, essere “dentro” a ciò che capita. In teatro chi trucchi non si guarda nemmeno allo specchio».

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