Il 13enne è stato investito lunedì sera, mentre tornava a casa a piedi. Il papà: «Speravo tanto che ce la facesse»
, e sognava di giocare in una grande squadra. Ieri mattina la sua breve vita è stata spezzata: da lunedì sera il ragazzino era in ospedale, e lottava fra la vita e la morte dopo essere statomentre tornava a piedi a casa, a San Vito di Negrar, in Valpolicella, in provincia di Verona.
È stato un passante a chiamare il 118, dopo avere visto, a terra, il corpo. Era già troppo tardi. Ma se solo il conducente del mezzo che l’ha ucciso si fosse fermato e lo avesse soccorso, Chrislo sostengono i medici della Terapia intensiva, che hanno tentato di salvare il 13enne. Forse, sarebbe bastato praticargli un massaggio cardiaco. E questa consapevolezza è dolorosissima, soprattutto per la mamma del ragazzino: «Mio figlio era buono, era buono.
I parenti e gli amici della famiglia di Chris Abom - arrivata in Valpolicella dal Ghana una ventina d’anni fa, e bene integrata nella comunità locale - dicono: «Vogliamo vedere se questa persona ha il coraggio di presentarsi e pagare per quello che ha fatto». Il padre del ragazzo è pavimentista a Modena. «La madre ha smesso di lavorare per problemi di salute. Chris aveva un fratello più piccolo di un anno e una sorellina di otto anni.
Il conducente dell’auto pirata è stato rintracciato ieri grazie alle immagini riprese dalle telecamere di sorveglianza comunale, che erano state installate per prevenire i furti in paese., con piccoli precedenti, tra cui anche la guida in stato di ebbrezza. L’uomo, il giorno dopo l’, ha usato il mezzo per andare a lavorare in un cantiere edile. Sulla carrozzeria, però, i carabinieri hanno riscontrato i segni dell’urto.
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