Le sfilate maschili parigine si svolgono come al solito, tra collezioni di successo e debutti interessanti, ma l'atmosfera è permeata dalla presenza di Bernard Arnault a Washington e dal suo sostegno a Trump. La domanda è: come questo influenzerà il mondo della moda?
Tra i numerosi ospiti presenti all'insediamento di Trump martedì scorso si trovava anche Bernard Arnault , proprietario di LVMH e figura di spicco nel mondo della moda. La sua presenza a Washington e il suo esplicito sostegno a Trump hanno sollevato molte domande: come influenzerà la sua posizione i marchi del gruppo, tra cui Dior e Louis Vuitton , e il loro approccio alla moda? A giudicare dalle sfilate maschili parigine in corso, al momento tutto sembra procedere come al solito.
Sembra una banalità, ma non lo è. La collezione disegnata per Dior Men da Kim Jones, secondo indiscrezioni provenienti dalla maison, è stata particolarmente apprezzata. Il punto di partenza è la linea ad H inventata da Christian Dior nel 1954, reinterpretata in forme essenziali, con bluse di raso, giacche a vita alta e splendidi cappotti da sera con pieghe sulla schiena trattenute da fiocchi. Si mescolano couture e prêt-à-porter, con un paletto cromatico limitato al rosa cipria, al bianco e al nero. A sorpresa, per la sera compaiono gonne lunghe e a vita alta. Sono uomini molto belli e molto seducenti quelli ideati dal designer, che stasera riceverà la Legion d'Onore per il suo contributo alla moda francese. A conferirgliela, Anna Wintour. È un piacere che la cerimonia coincida con una collezione così riuscita. Pharrell Williams, da due anni alla guida dell'uomo Vuitton, questa volta ha voluto al suo fianco Nigo. Le somiglianze tra loro sono numerose: entrambi sono creativi a tutto campo, disegnano per un marchio LVMH (nel caso di Nigo, Kenzo) e soprattutto sono amici da sempre. Addirittura, Pharrell sostiene che sia stato Nigo, icona dello streetwear giapponese, a plasmare il suo gusto. Un'armonia che si ritrova nella collezione, la più centrata e matura di Pharrell. Lo show è una rivisitazione del suo immaginario - sulla passerella curvilinea campeggiano grandi teche con all'interno il suo archivio di capi e accessori Vuitton - e dei pezzi simbolo del casual, esaltati a colpi di lavorazioni e dettagli. Ci sono le giacche dei college americani, il camouflage scomposto, le divise da baseball, i ricami giapponesi sulle borse e i completi di sartoria, la cui silhouette con le giacche a scatola e i pantaloni svasati è diventata una costante di Pharrell. Bel lavoro. Plausibili, perché sensate e portabili, sono come sempre le proposte di Alexandre Mattiussi per Ami Paris; i suoi look per uomo e donna sono radicati nel quotidiano, e danno l'idea, corretta, di poter passare senza problemi dallo show alla realtà. Forse non stupiscono, ma sono una bella sicurezza. Anche Paul Smith pare prediligere un'eleganza più smorzata e vissuta e, di conseguenza, più vera. Sua ispirazione sono i maghi dell'obiettivo: David Bailey, Terence Donovan e William Eggleston. Non le loro foto, ma i loro guardaroba: da qui la sterzata verso la normalità. Una curiosità: la stampa floreale sui capi è opera di Harold B. Smith, padre di Paul e fondatore del Beeston Camera Club. Il debutto di Julian Klausner da Dries Van Noten è volutamente sommesso: una presentazione invece che una sfilata, con una serie di look ispirati al libro I ragazzi selvaggi di William S. Burroughs. Il senso del decoro di Van Noten, che nel frattempo si è ritirato a vita privata, c'è; quello che manca è il modo in cui il geniale belga sapeva infonderlo nel presente, mantenendo la sua poesia. Un equilibrio che qui talvolta manca. Ma siamo solo all'inizio. Come sempre Rick Owens fa storia a sé, dimostrando una coerenza e un'attenzione per il presente rare. La collezione Concordian è dedicata ai 22 anni che lo stilista ha trascorsi a viaggiare tra le sue case di Parigi, Venezia e Concordia, la cittadina emiliana dove realizza il suo brand. Un guardaroba basico ma completo, fatto di tuniche termiche calde e sottili e giacconi antivento, ideali per gli spostamenti frequenti, e che sta tutto in un piccolo trolley: come quello che ha realizzato con Rimowa, appena messo in vendita. Un mirabile esempio di come unire creatività e marketing
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