La California, ancora in piena emergenza incendio, si trova ad affrontare nuove preoccupazioni legate all'utilizzo di Phos-Chek, un ritardante antincendio che lascia un residuo rosa sulle aree bruciate. Mentre il pericolo di incendi sembra essersi attenuato, l'impatto ambientale e sanitario di questa sostanza chimica apre nuove domande e preoccupazioni.
Prima il rosso e l'arancione delle fiamme che hanno distrutto tutto, poi il grigio del fumo e della devastazione, infine il rosa che potrebbe indicare speranza ma che nasconde pericolose conseguenze. Nella California che continua a bruciare, dopo 25 vittime e oltre 250 miliardi di danni, in un contesto di distruzione senza precedenti, i colori danno il senso di una tragedia che per l'emergenza fuoco sta finendo ma che per altri fattori ambientali e sanitari potenzialmente deve ancora iniziare.
In queste ore uno dei temi centrali per i californiani dell'area di Los Angeles sta diventando l'accesso e la sicurezza dell'acqua potabile. Ma c'è un altro aspetto che preoccupa: che impatto avrà tutta quel ritardante dal colore rosa che ha coperto ettari di territorio, dalle case ai campi, nelle aree bruciate? A tutti sarà capitato di vedere le immagini, dal sapore apocalittico, dei resti di ville, tetti, auto o infrastrutture ricoperti da una sorta di polvere dal colore rosa. Si chiama Phos-Chek, questo il nome commerciale, ed è un ritardante antincendi diffuso dall'azienda statunitense Perimeter. Viene utilizzato per combattere gli incendi negli Stati Uniti dal 1963, anno in cui è stato approvato a livello federale, ed è il principale ritardante di fiamma a lungo termine utilizzato dal Dipartimento forestale e antincendio della California e in generale a livello globale. Scaricato volando a quote basse dagli aerei cisterna, il ritardante di fiamma ha la doppia funzione di contenere l'espansione del fuoco e di segnalare, grazie al colore rosa, dove è già stato gettato. Nel sud della California in questi giorni sono stati sganciati migliaia di litri di questa sostanza per impedire la propagazione delle fiamme. La formula del composto è segreta a livello industriale, ma fondamentalmente è fatto - secondo precedenti dichiarazioni di Perimeter - dall'80% di acqua, il 14% da sali e composti fertilizzanti (come fosfato di ammonio) e il 6% da coloranti e inibitori di corrosione. Il colorante è usato per aiutare a livello visivo il lavoro dei piloti e dei vigili del fuoco e, dopo giorni di esposizione alla luce solare, tendenzialmente sbiadisce. Tecnicamente, ha suggerito la stessa azienda produttrice, è bene rimuovere il ritardante rosa il prima possibile, attraverso per esempio acqua calda e detergenti se si tratta di piccole superfici o idropulitori nei grandi spazi. Quando la polvere, che visivamente può sembrare una schiuma, cade sulle superfici, ritarda la velocità di diffusione delle fiamme perché impoverisce il fuoco di ossigeno e, attraverso i sali, modifica il processo di combustione. Il suo utilizzo, sebbene noto in caso di incendi, è comune ma controverso. Il motivo principale è infatti legato all'impatto che le sostanze chimiche presenti nella polvere potrebbero avere sull'ambiente e la salute delle persone. Uno studio realizzato proprio da ricercatori dell'Università della California del Sud e pubblicato su Environmental Science and Technology Letters appena due mesi prima dei grandi roghi di Los Angeles racconta infatti come dal 2009 al 2021 nell'ovest degli Usa siano state rilasciate in ambiente circa 850mila libbre di metalli pesanti proprio attraverso i sistemi dei prodotti antincendio. Metalli pesanti e contaminanti come vanadio, cromo, manganese, rame, arsenico, cadmio, antimonio, bario, tallio e piombo sono stati rilevati in natura e associati al rilascio di prodotti antincendio. Il Forest Service autorizza l'uso dei prodotti (di cui però un 20% rimane come parte delle formule segrete industriali) ma vieta di spargere ritardanti di fiamma in aree ambientali sensibili come corsi d'acqua e habitat di specie in via di estinzione anche se però ci sono casi eccezionali, come quando 'la vita umana o la sicurezza pubblica sono minacciate' in cui possono essere scaricate. Nello studio, che vede come autore il professore di ingegneria civile e ambientale Daniel McCurry, viene quantificata la tossicità ambientale dei metalli derivanti da prodotti antincendio, specificando come una delle versioni di Phos-Chek, la LC-95 W, ha mostrato maggiori concentrazioni della maggior parte dei metalli pesanti e in alcuni casi i ricercatori si spingono a definirlo come 'rifiuto pericoloso secondo le normative federali e della California'. In particolare, nel Phos-Chek esaminato, è stata trovata una alta concentrazione di vanadio. Questo non significa che la polvere rosa che ha coperto i territori bruciati di Los Angeles sia per forza dannosa per l'ambiente, ma è un campanello d'allarme per la possibilità di elevata tossicità ambiental
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