La Precarietà Si Fa Sentire: Lavoratori Italiani Tra Sfruttamento e Scarsa Prospettive

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Il sindacato Flc Cgil denuncia la situazione di precarietà che attanaglia il mondo della scuola e dell'università in Italia. Docenti e ricercatori sono messi a dura prova da contratti a termine, stipendi inadeguati e un futuro incerto. Intervenuti Maurizio Landini e Gianna Fracassi, il sindacato chiede un impegno da parte dello Stato per garantire la sicurezza lavorativa e investire in formazione e ricerca.

Una categoria di lavoratori dequalificata, precaria, con stipendi inadeguati e scarse prospettive. È il ritratto impietoso dei docenti e dei ricercatori italiani tratteggiato dal sindacato Flc Cgil (la federazione dei lavoratori della conoscenza) nell'incontro che si è svolto oggi a Roma, martedì 21 gennaio, intitolato non a caso 'Il futuro comincia ogni mattina alle 8'. Today.

it lo ha seguito intervistando il segretario generale della Cgil Maurizio Landini e la segretaria della Flc Cgil, Gianna Fracassi. 'Lo Stato è il peggior datore di lavoro: non solo precarizza insegnanti e ricercatori e taglia quasi seimila posti, ma per il secondo anno consecutivo il governo Meloni può arrogarsi il record del più alto numero di precari nella scuola. La strada è chiara: si va verso la privatizzazione e il ritorno a un modello di scuola nostalgico, forse anteriore a quello gentiliano' incalza Gianna Fracassi, segretaria nazionale della Filt Cgil. L'evidenza è infatti che la scuola italiana si regga su un precariato sempre crescente. Una pratica per cui l'Italia è stata già, ma che tocca ancora nuovi picchi. L'anno scolastico 2023/2024 si è chiuso con un record di contratti a tempo determinato: 250.000 tra personale docente e Ata (i collaboratori scolastici). Oggi un lavoratore della scuola su quattro è precario: un esercito di donne e uomini privi di diritti e tutele, senza i quali la stragrande maggioranza degli istituti scolastici chiuderebbe i battenti anche domani. Tra i docenti oltre 55mila sono i precari su posti comuni e più di 130mila sul sostegno. Per loro sono stati banditi dei concorsi con i fondi del Pnrr, ma le modalità del loro svolgimento sono state spesso contestate, come avevamo raccontato inpromossi dalle università (in larga parte private), per ottenere ulteriori nuovi crediti formativi. Un salasso per una categoria scarsamente tutelata che va, spesso e volentieri, a incrementare gli utili delle tante Intervistata da Today.it, Gianna Fracassi, segretaria della Flc Cgil osserva: 'Sono percorsi che scaricano tutti i costi sui lavoratori: tra l’altro molte di questi interventi sono stati gestiti da università telematiche e su questo aprirei una riflessione. Non è plausibile che i precari paghino per formarsi. Su questo siamo nostalgici, pensiamo ci debba pensare lo Stato'. Ma la precarietà si fa sentire anche nel comparto universitario. Qui i ricercatori precari sono aumentati del 60% dal 2019, toccando la cifra record di 29830 nel 2024. Un sistema che sconta anche il taglio del Fondo per il finanziamento ordinario delle università (Ffo), pari, di fatto, a quasi mezzo miliardo di euro, e Ma a fare le spese dei tagli non sono solo i lavoratori e gli studenti. I dati sulla produttività italiana, in calo da trent'anni, e sull'occupazione, parlano chiaro. Così come quella sulla più formati all'estero. Ad aumentare è il lavoro a scarso valore aggiunto, con un Paese che sembra ormai molto lontano dallo status di potenza industriale che aveva caratterizzato il suo passato. E, come osserva Maurizio Landini, questa variabile influenza anche il sistema paese nel suo complesso. 'Siamo un Paese che ha ridotto gli investimenti in scuola e ricerca e questo significa anche smettere di investire in processi di innovazione. Quando si dice che è calata la produttività non stiamo dicendo che in Italia si lavora meno: anzi da noi si lavora di più che altrove. Quello che è più basso è il valore aggiunto dei prodotti che si realizzano, perché l'innovazione è inferiore che altrove. E quello che si fa finta di non vedere è la fuga dei tanti giovani formati che emigrano. Non ha futuro un Paese che offre precarietà e sfruttamento' sottolinea il segretario generale della Cgil intervistato dai microfoni di Today.itAl segretario della Cgil non piace la traiettoria che l'Italia sembra aver preso: 'Il diritto alla formazione e alla conoscenza deve essere garantito a tutti, non solo ai giovani, tramite la scuola pubblica. In realtà stiamo assistendo alla privatizzazione di questi servizi e a una sempre più forte precarizzazione, fuori e dentro la scuola pubblica'. E se il problema più sentito rimane quello della spesa pubblica, la ricetta di Landini è di sostanza e chiama in causa direttamente l'esecutivo e il siglato da Giorgetti: 'Siamo di fronte a una legge finanziaria sbagliata, ma anche a una scelta che vincola per i prossimi 7 anni il nostro Paese. Noi da tempo, quando ci chiedono dove prendere i soldi, gli diciamo di andarli a prendere dove sono. Ma, non possiamo non notare, che ci si è impegnati per i prossimi 7 anni con l'Europa a non aumentare la spesa pubblica. Ciò significa che potrebbe essere addirittura inferiore al tasso di inflazione - incalza Landini. Che aggiunge: - In questi anni si è assistito a un aumento dei profitti come non mai, mentre è aumentata la tassazione sul lavoro dipendent

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