Sciltian, Annigoni, i fratelli Bueno e altri alla fine degli anni '40 lanciarono il loro programma
La pittura è una festa. Le avanguardie hanno cercato di guastarla. Ma un drappello di artisti ha tentato fino all'ultimo di difenderla prima che la modernità avanzasse implacabile distruggendo tradizioni, consuetudini, in nome del progresso e del benessere. Il gruppo dei «Pittori moderni della realtà» è stato l'ultima festa della pittura italiana. Come il ballo Beistegui a palazzo Labia.
I «Pittori moderni della realtà», con un lucido manifesto programmatico affrontarono la questione su un fronte di estrema «resistenza».
Da quel momento sarà vano ogni tentativo di opposizione da parte dei pittori realisti. Emblema dello scontro sono opere come il San Sebastiano di Asco, del 1949, o l'intatta produzione di Ugo Celada di Virgilio, o l'intera esistenza artistica di Romano Parmeggiani, fratello di Tancredi. Non si contano i passaggi sull'altro fronte, con notevoli risultati: Capogrossi, Afro, Leoncillo, Fausto Pirandello.