Un approfondimento sulle crescenti disuguaglianze globali e sull'urgenza di un sistema economico più equo. Il testo evidenzia l'enorme concentrazione di ricchezza nelle mani di pochi, mentre miliardi di persone lottano per la sopravvivenza. Si sottolinea l'importanza di interventi politici che redistribuiscano le risorse e mettano le persone al centro, piuttosto che il profitto.
Ogni anno lo stesso copione: pochi ricchi diventano sempre più ricchi, mentre miliardi di persone faticano persino a sopravvivere. Non è indignazione, ma la cruda realtà di un sistema economico globalizzato che produce squilibri di immensità. Mentre i numeri si accumulano su pagine patinate, i governi discutono, i miliardari si autoassolvono con la beneficenza, e noi restiamo impotenti di fronte a un divario che si espande in modo preoccupante.
La ricchezza globale ha raggiunto un nuovo record: è aumentata di 2.000 miliardi di dollari, raggiungendo un totale di 17.000 miliardi. L’1% più ricco della popolazione mondiale controlla quasi il 50% della ricchezza globale, mentre il 50% più povero possiede appena il 2%. Questo divario è ancora più evidente nei paesi a basso reddito, dove tre quarti delle persone non hanno accesso a sistemi sanitari adeguati e quasi 900 milioni vivono in condizioni di povertà estrema. Non basta più parlare di “crescita economica” o di “meritocrazia” quando la realtà è questa: i miliardari non accumulano fortune solo grazie al genio o al lavoro, ma sfruttando un sistema che è stato costruito per favorire i loro interessi. E le conseguenze di questo squilibrio sono ovunque: un bambino su quattro vive in condizioni di povertà estrema, le donne nei paesi in via di sviluppo lavorano il doppio rispetto agli uomini senza alcun compenso, e i salari reali della classe media stanno calando in tutto il mondo. Italia, il Paese delle fortune invertite: chi è in cima alla piramide si arricchisce, la metà che ha meno sta sempre peggio. “E le misure del governo peggiorano il quadro” nel welfare: istruzione, sanità, lotta alla povertà e alle diseguaglianze di reddito. Non è elemosina, è giustizia sociale. Ma non c’è solo una questione morale: questa concentrazione di ricchezza alimenta instabilità politica, insicurezza sociale e persino conflitti. Su una Terra ridotta a discarica. In realtà, questa non è fantascienza, è una premonizione. Senza interventi strutturali, imposti dalla politica, quel divario tra ricchi e poveri diventerà insopportabile. Coraggio per tassare equamente chi ha di più, per redistribuire le risorse, per abbattere i muri dell’egoismo sociale (altro che invidia!). Dobbiamo superare il dogma del capitalismo senza freni e creare un sistema che metta le persone al centro, non il profitto. Altrimenti, quando ci chiederemo “dove abbiamo sbagliato?”, sarà già troppo tardi
Ineguaglianza Ricchezza Povertà Capitalismo Politica Giustizia Sociale
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