Il XXVI Congresso nazionale della Sinpf ha lanciato un appello urgente per il ritorno dei medici psichiatri nelle scuole, per affrontare la crescente sofferenza psichica, soprattutto tra gli adolescenti. L'evento ha riunito esperti per discutere della necessità di interventi precoci e della creazione di un'Agenzia Nazionale sulla Salute Mentale. L'uso corretto delle cure e la lotta all'abuso di psicofarmaci sono stati altri temi chiave.
I medici psichiatri e la salute mentale devono tornare nelle scuole, nel periodo della vita in cui nel 50% dei casi iniziano a comparire i disturbi mentali. È l'appello lanciato da Claudio Mencacci e Matteo Balestrieri, presidenti della Sinpf (Società Italiana di NeuroPsicoFarmacologia), a conclusione dei lavori del XXVI Congresso nazionale, aperto dall'intervento in video del presidente dell'Aifa, Robert Nisticò, e chiuso con l'intervento del sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato.
L'evento, dedicato a “Le neuroscienze del domani: la neuropsicofarmacologia verso la precisione e la personalizzazione delle cure”, ha coinvolto oltre 1000 esperti in 16 sessioni plenarie e 25 parallele, con la presentazione di oltre 20 tra nuovi studi e poster in tre giorni, toccando tutti gli argomenti possibili nel campo della farmacologia in ambito neurologico e psichiatrico. \«Ogni dato conferma la sofferenza psichica diffusa, in particolare tra gli adolescenti – spiegano Mencacci e Balestrieri –. Basta pensare che un quarto degli accessi al pronto soccorso pediatrico riguarda problemi legati soprattutto al consumo di sostanze stupefacenti, molte delle quali derivanti da sintesi chimica e difficilmente gestibili. Non dimentichiamoci inoltre che la metà delle patologie mentali compare entro i 18 anni, mentre quasi 2/3 si manifesta prima dei 30 anni. Dobbiamo dunque sfruttare al massimo quel periodo della vita che i ragazzi passano a scuola per sensibilizzarli su questi temi e per valutare interventi precoci. Dobbiamo insomma ‘salvare’ il loro futuro. Anche la salute mentale deve essere coinvolta nei programmi di screening». \Al congresso della Sinpf è stata rilanciata la proposta di istituire un’Agenzia Nazionale sulla Salute Mentale. «La psichiatria italiana, insieme alla neurologia, alla farmacologia, alla pediatria, alla neuropsichiatria infantile, agli operatori dei Dipartimenti e dei Servizi delle Dipendenze, presenti in questi tre giorni, di concerto con le Istituzioni, deve prendere consapevolezza del crescente disagio giovanile e agire insieme per dare risposte concrete e adeguate – sottolineano i presidenti Mencacci e Balestrieri –. Questa alleanza ha assoluta necessità di un’agenzia nazionale che si faccia carico del coordinamento di azioni e risorse per la promozione della salute mentale della popolazione, specialmente quella giovanile, in modo equo ed omogeneo su tutto il territorio nazionale». \Fra i temi anche quello della ricerca per curare al meglio i giovani pazienti. «Sono molte le sfide che abbiamo davanti nella gestione dei pazienti, in particolare quelli complessi, ognuno dei quali ha la propria storia, le proprie caratteristiche biologiche – dichiara Nisticò –. Comprenderli attraverso la ricerca può aiutarci ad avere un approccio nuovo, più personalizzato, per il trattamento dei pazienti. In questo contesto è importante fare un lavoro, anche da parte di AIFA, per poter indirizzare gli operatori sanitari convolti verso l’utilizzo di farmaci sempre più mirati e ‘tagliati’ sulle persone anche in ottica di risparmi nella spesa farmaceutica». L’uso corretto delle cure e l’abuso «Il consumo di psicofarmaci, prevalentemente antidepressivi e benzodiazepine, è in costante crescita da molti anni, circa il 2% l’anno – dichiarano i presidenti Sinpf –. Le benzodiazepine in particolare sono farmaci di fascia C, i più prescritti in assoluto, per quanto l’Italia sia il Paese che ha il minor numero di prescrizioni in Europa. Questo ci impone comunque una riflessione. Perché non sempre alle prescrizioni corrispondono utilizzi consoni. Il 40% di queste, infatti, viene poi gestito con un ‘fai da te’ pericolosissimo che mette a repentaglio il successo delle cure. Senza contare, poi, l’acquisto illegale: fino a un terzo dei farmaci usati dai giovani sono reperiti sul web, un fenomeno impressionante, e vengono utilizzati per ‘lo sballo’, per ‘uscire dallo sballo e dormire’, per migliorare le performance scolastiche o il proprio aspetto fisico, con danni enormi sulla salute, non solo mentale». Un allarme che non va sottovalutato ricordano Mencacci e Balestrieri che concludono: «Qui la salute mentale finisce per essere trasferita al pubblico in modo semplicistico e scorretto. Bisogna imparare a comunicare anche nell’universo dei social, per arrivare ai ragazzi con informazioni scientificamente corrette e semplici da comprendere. E bisogna che gli influencer, prima di scrivere anche una sola riga, pur personale, su problemi di salute mentale si informino consultando medici specialisti autorevoli, e valutino con grande attenzione l’effetto delle loro parole, che possono essere fraintese»
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