Ci sono sei settimane, quelle previste dalla tregua, per il presidente israeliano per far sì che la coalizione non crolli.
Un cessate il fuoco permanente o il crollo dell’esecutivo? Questo il dilemma che Benjamin Netanyahu si troverà ad affrontare nelle sei settimane a venire, in cui il governo che vede alleato il suo Likud alle destre conservatrici, nazionaliste e religiose di Israele dovrà affrontare sfide cruciali per la sua tenuta.
L’accordo firmato in Qatar dai delegati israeliani ed Hamas la scorsa settimana, concepito per mettere fine alla brutale guerra durata quindici mesi tra Hamas e Israele a Gaza, implica per l’inizio di febbraio l’apertura di negoziati per la fase due, quella che dovrebbe garantire la liberazione degli ostaggi rimanenti nella Striscia e dei detenuti palestinesi, oltre che la ritirata di Tel Aviv dai corridoi che dividono Gaza dal resto del Medio Oriente.
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