La svolta inevitabile verso l'autoritarismo della Tunisia
Passa il referendum sulla nuova Costituzione. Gran parte delle politiche modernizzatrici, nell’Islam mediterraneo, sono condotte dall’alto, da leader forti sostenuti dalla pubblica opinione. Dobbiamo fidarci di Saïedsegna una svolta della forma di governo in chiave iper-presidenzialistica, con connotati di autoritarismo.
La protesta è montata nel Paese, avendo come oggetto soprattutto Ennahda, che ha oscillato tra reazioni repressive e clamorosi mea culpa, raccogliendo risultati disastrosi alle elezioni politiche. Esattamente un anno fa, il 25 luglio, mentre montavano le proteste contro il governo, il presidente ha esautorato il Primo Ministro, ha licenziato i ministri della Difesa e della Giustizia, e congelato il Parlamento.
La nuova Corte costituzionale sarà di esclusiva nomina presidenziale, il decentramento è scomparso e la libertà religiosa è garantita, purché, a giudizio dell’Esecutivo, non disturbi la quiete pubblica. L’Islam non è più religione di Stato, anche se il Presidente dovrà essere comunque musulmano .
Saïed dovrà anche affrontare gli effetti devastanti dell’aggressione russa all’Ucraina, a cominciare dalla crisi alimentare. Il fabbisogno proteico della popolazione tunisina è soddisfatto in larga parte dai cereali importati dal quadrante nord-est dell’Europa e non è ancora chiaro se l’accordo di Istanbul funzionerà oppure no.
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