Il 1° ottobre 1984, un tragico incidente ferroviario a Coronella, in Emilia-Romagna, provoca la morte di otto persone e ferisce nove. L'incidente, causato da un errore umano e da un sistema di comunicazione obsoleto, scatena un'ondata di polemiche e spinge le autorità ferroviarie italiane a rivedere i protocolli di sicurezza e ad implementare nuove tecnologie per prevenire futuri disastri.
Il 1° ottobre 1984, alle 23:38, la piccola località di Poggio Renatico, in Emilia-Romagna, viene sconvolta da un tragico incidente ferroviario. A causa di una fitta nebbia e di una visibilità ridotta a circa otto metri, il treno passeggeri locale 4940, diretto verso Ferrara, si scontra frontalmente con un treno merci, l'82426, in sosta al segnale di blocco numero 16.
Il convoglio con a bordo i viaggiatori pendolari era composto da tre elettromotrici giunte fino ad allora a Poggio Renatico senza problemi. Il macchinista del treno passeggeri, ignaro della presenza del convoglio merci, parte alla velocità massima di 100 km/h dopo aver ricevuto il segnale di via dal personale di terra. L'impatto è violento e irreparabile, causando la morte di otto persone e il ferimento di nove. Le operazioni di soccorso sono lunghe e complesse, con i vigili del fuoco che lavorano incessantemente per estrarre le vittime dalle lamiere contorte. Le prime squadre di soccorso giungono sul posto e le sirene si fanno sentire in tutta la zona. Dopo lunghe ore di lavoro, otto vittime vengono recuperate, ma il bilancio finale è tragico.L'incidente scatena un'ondata di polemiche e interrogazioni sul sistema di sicurezza ferroviaria italiano.In particolare, si pone l'accento sul fatto che il tratto ferroviario in questione, così centrale, fosse ancora dotato di un sistema di comunicazione basato su un regime di blocco manuale. La strada all'automatizzazione era ancora lunga e l'assenza di sistemi di controllo automatici contribuì alla tragedia. Le indagini condotte dalle Ferrovie dello Stato e dalla magistratura si concentrano sull'eventuale errore umano del guardia-blocco, il quale era responsabile della gestione degli scambi dei binari. Dopo diverse ore di interrogatorio, l'addetto alla gestione degli scambi viene ritenuto responsabile dell'orrore e condannato penalmente. Le famiglie delle vittime, però, non rinunciano alla battaglia legale, presentando un ricorso contro le Ferrovie dello Stato per il risarcimento dei danni. La moglie di un ferroviere morto nell'incidente, incinta di quattro mesi, svolge un ruolo fondamentale in questa battaglia legale, diventando un simbolo della lotta per la giustizia per le vittime.L'incidente di Coronella si rivela un punto di svolta nella storia delle Ferrovie dello Stato italiane. Le autorità ferroviarie decidono di rivedere i protocolli di sicurezza e di investire in nuove tecnologie per il controllo del traffico ferroviario. Nel 2000, viene introdotto il Sistema Controllo Marcia Treno (SCMT), un sistema automatico che interviene in caso di errore umano per prevenire incidenti simili in futuro.
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