Le nuove soglie premiano la presenza di più unità di minori dimensioni. In alcuni casi il plafond per il «cappotto termico» non coprirà tutta la spesa
Se trentamila vi sembran pochi... e in effetti possono anche esserlo. I nuovi tetti di spesa per i condomìni dettati dal Parlamento nel corso della conversione in legge del decreto Rilancio, a conti fatti, possono rappresentare un deterrente per gli edifici dove tutti o alcuni degli appartamenti siano più grandi della media.Ora è prevista una distinzione tra i condomìni da due a otto unità immobiliari.
Per l’isolamento termico che riguarda interventi su pareti, tetti e lastrici solari che interessano l’involucro dell’edificio con un’incidenza superiore al 25% della superficie disperdente lorda, prima si potevano spendere in ogni caso 60mila euro a unità, ora il limite è a 40mila euro nei condomìni da due a otto unità e per quelli da nove unità in su scende a 30mila euro.
Per gli edifici unifamiliari o plurifamiliari il tetto è di 50mila euro per unità. Tra l’altro non è che sia ben chiara la differenza tra un condominio e un edificio “plurifamiliare” anche se il riferimento sembra essere alle villette.Questo, in concreto, vuol dire che un edificio di otto unità immobiliari, non importa se grandi o piccole, avrà un plafond di 320mila euro, e un edificio di nove unità immobiliari lo avrà di 270mila euro.
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