“La nostra pace, la nostra prosperità e le nostre democrazie sono minacciate. Non facciamo la guerra alla Russia ma non accettiamo la deriva di un potere autoritario che ha deciso di giocare con il futuro dell’Europa”.
“La nostra pace, la nostra prosperità e le nostre democrazie sono minacciate. Non facciamo la guerra alla Russia ma non accettiamo la deriva di un potere autoritario che ha deciso di giocare con il futuro dell’Europa”. Il discorso del presidente francese a DresdaPubblichiamo il discorso pronunciato lunedì scorso a Dresda dal presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron , in occasione della Festa dell’Europa.
La mia prima esperienza personale in Germania è stata in una scuola francese. Ho imparato la lingua e la cultura tedesche e lo sto ancora facendo. Credetemi, sto facendo del mio meglio! Ho fatto i miei primi viaggi in Germania e continuo a farli. Per esempio, ho partecipato a uno scambio tra Amiens e Dortmund. Ho scoperto il vostro paese, che all’epoca era ancora diviso dal Muro.
La pace, la pace prima di tutto! Frieden! L’Europa è un garante della pace. Per molti di noi, questo argomento sembrava superato, un segno del successo di ciò che eravamo riusciti a fare. Ma oggi c’è di nuovo guerra in Europa, dalla guerra di aggressione lanciata dalla Russia contro l’Ucraina.
Quindi ve lo dico, sì, in Ucraina sono in gioco la nostra sicurezza e la nostra pace. Ecco perché sono così orgoglioso che, come europei, fin dal primo giorno, siamo stati uniti. Fin dal primo giorno, come europei, abbiamo deciso di imporre sanzioni alla Russia per ostacolare il suo sforzo bellico. Fin dal primo giorno, come europei, abbiamo deciso di sostenere l’Ucraina.
Siamo in un continente che condividiamo – e non cambieremo la geografia – con la Russia, che oggi minaccia la nostra sicurezza e ha attaccato l’Ucraina. Ma la Russia sarà lì anche domani, dopodomani. Quindi sì, ci troviamo in un momento senza precedenti della nostra storia in cui dobbiamo pensare alla nostra difesa e alla nostra sicurezza da soli e per noi stessi, come europei.
E anche in questo caso dobbiamo essere lucidi, guardiamo agli ultimi tre decenni. Se confrontiamo gli Stati Uniti d’America e l’Europa, il valore aggiunto pro capite che abbiamo creato è la metà di quello degli Stati Uniti d’America e la metà di quello dell’Europa. Il rischio che corriamo è quindi semplicemente quello di non essere più in grado di creare la nostra crescita.
Quindi, sì, oggi vi dico, con convinzione e forza, raddoppiamo il nostro bilancio europeo, sia attraverso le dimensioni del bilancio, sia attraverso strategie di prestito comuni, sia attraverso strumenti che già esistono, raddoppiamo gli investimenti pubblici nella nostra Europa, insieme. E costruiamo questo mercato comune dei capitali, della finanza e degli investimenti per moltiplicare gli investimenti privati.
A questo, dobbiamo quindi rispondere con un’Europa del rispetto, della diversità e della forza culturale. Questa Europa delle università che abbiamo costruito negli ultimi anni – cinquanta università che hanno creato una rete – e continuiamo, andiamo oltre.
Quindi, ve lo dico con forza, il grande rischio è che il mondo digitale, il mondo dei social network in cui viviamo, che forgiano le nostre democrazie, se non costruiamo le regole, se non lo rendiamo umanista – come abbiamo fatto durante il Rinascimento e poi durante l’Illuminismo – quel mondo sarà il mondo della tirannia degli estremismi, delle trappole identitarie, della dislocazione delle nostre democrazie e della nostra Europa.
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