Quindici punti persi a marzo 2020. Ventotto recuperati ora. Lo scatto del made in Italy va ben oltre il mero rimbalzo statistico, naturale tenendo conto...
Quindici punti persi a marzo 2020. Ventotto recuperati ora. Lo scatto del made in Italy va ben oltre il mero rimbalzo statistico, naturale tenendo conto del confronto impari con un periodo affossato dalla pandemia. I volumi del mese lievitano infatti a quasi 46 miliardi di euro, poco meno di quattro in più rispetto a marzo del 2019, periodo invece del tutto libero dall’incubo Covid.
Il recupero è corale, con punte massime in Cina ma robuste anche in Europa, a partire dai nostri primi mercati di sbocco, Germania e Francia, in entrambi i casi in crescita di oltre il 30% .Recupero annuo ma anche congiunturale, con un incremento mensile del 3,2%, anche in questo caso legato all'aumento delle vendite sia verso l'area Ue sia verso i mercati extra Ue . Nel primo trimestre del 2021, rispetto al precedente, l'export aumenta del 2,6%, l'import del 5,0%.
Tra i settori che contribuiscono maggiormente all'aumento tendenziale dell'export si segnalano macchinari e apparecchi n.c.a , metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti , autoveicoli , mezzi di trasporto, autoveicoli esclusi . Da segnalare, finalmente, il robusto incremento per gli articoli di abbigliamento , ultimo settore a ripartire e ora in grado di riportare in terreno positivo il bilancio del 2021.Su base annua, le esportazioni crescono verso tutti i principali paesi partner; i contributi maggiori riguardano le vendite verso Germania , Francia , Spagna , Svizzera e Paesi Bassi .
Nel primo trimestre del 2021, la crescita tendenziale dell'export è dovuta in particolare all'incremento delle vendite di metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti , macchinari e apparecchi n.c.a. , autoveicoli e apparecchi elettrici .Le vendite di macchinari e metalli - registra l’Istat - forniscono il contributo più ampio al forte incremento tendenziale delle esportazioni.