Un uomo di 49 anni residente ad Assisi è indagato per maltrattamenti in famiglia. La figlia della compagna, 10 anni, ha raccontato anni di violenza fisica e psicologica durante un incidente probatorio. L'uomo avrebbe usato botte, schiaffi, strattonamenti e punizioni brutali come essere ridotto a dormire nella cuccia del cane.
PERUGIA - Botte, schiaffi, ma anche punizioni brutali dentro la cuccia del cane o al buio nello sgabuzzino. Sono queste le accuse contestate a un uomo di 49 anni residente ad Assisi, indagato per maltrattamenti in famiglia, accuse confermate ieri durante l'incidente probatorio in cui la figlia della compagna, oggi di 10 anni, ha raccontato anni di violenza fisica e psicologica.
La bambina, con coraggio, ha raccontato al giudice per le indagini preliminari Simona Di Maria come, dopo la nascita del fratellino nel 2020, l'uomo sia cambiato. Ha ricostruito una serie di episodi che il pubblico ministero Annamaria Greco fa partire proprio dal 2021 e raccontati così nel capo di imputazione: una condotta perdurante consistita in pugni, schiaffi, strattonamenti, violenza sugli animali domestici, tirate di capelli e di orecchie, o in atti punitivi, come essere portati all'interno della cuccia del cane o dello sgabuzzino, con la minaccia, in alcune occasioni, che se lo avessero riferito alla madre li avrebbe ammazzati o avrebbe strappato loro i capelli. Un incubo che la bambina ha raccontato senza paura, dopo tre anni di perpetuo stato di ansia, instaurando un clima di tensione divenuto intollerabile al punto che la compagna, da mesi, dormiva con i figli per proteggerli e il 1° luglio 2024 decideva di allontanarsi dall'abitazione familiare temendo per la propria incolumità e quella dei suoi figli. Dopo la denuncia, quindi, la procura ha inoltrato all'ufficio gip la sua richiesta: «Ritenuta la necessità di procedere con incidente probatorio alla perizia tesa a valutare la capacità a testimoniare dei minori considerato, altresì, che, ove la perizia dovesse essere disposta nel dibattimento, potrebbe determinare una sospensione superiore a sessanta giorni» e «all’assunzione della testimonianza dei minori in ordine ai fatti denunciati dalla madre». Testimonianza a cui è stata sottoposta solo la bambina, perché il fratellino all'epoca dei fatti era troppo piccolo e anche adesso, ad appena 4 anni, non è stato considerato in grado di raccontare di come il padre lo avesse messo, piccolissimo, nella cuccia del cane per punirlo, dopo uno dei tanti scatti d'ira per motivi spesso banali. Per quelli definiti come «pretesi intenti educativi» che erano solo invece – secondo le accuse – violenze e umiliazioni nei confronti di due bambini. Ora toccherà alla procura decidere come proseguire nel procedimento penale a carico dell'uomo, difeso dall'avvocato Alessandro Bacchi. La donna e i due bambini (assistiti dall'avvocato Laura Modena), nel frattempo, si sono trasferiti in una regione vicina, dove la loro vita finalmente non è fatta solo di paura.
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