Negli ultimi anni un numero maggiore di aziende straniere ha vinto controversie nei tribunali cinesi per il riconoscimento del marchio e la lotta contro la pir…
Lo stilista britannico Manolo Blahnik ha ottenuto il diritto di utilizzare il suo nome in Cina, ponendo fine a una costosa battaglia legale durata 22 anni. A riferirlo è il Financial Times che spiega come la più alta corte cinese – con una rara sentenza – abbia annullato un marchio di proprietà dell'uomo d'affari cinese Fang Yuzhou che incorporava il nome Manolo Blahnik, spianando così la strada all'autentico brand.
Al giornale britannico, Kristina Blahnik, amministratore delegato di Manolo Blahnik, e nipote del fondatore, ha commentato così la sentenza del tribunale cinese: "Era un buco enorme nella nostra esistenza. Quando abbiamo ricevuto la telefonata... abbiamo versato delle vere e proprie lacrime". La Cina infatti ha infatti un sistema di marchi "first to file", che ha reso molte aziende straniere vulnerabili ai "pirati" che cercano di vendere i marchi quando entrano nel paese. Il furto di proprietà intellettuale è da tempo fonte di tensione tra Pechino e i suoi partner commerciali, in particolare gli Stati Uniti.
Sono numerosi i casi di questo genere. Ad esempio l'anno scorso, il marchio statunitense di abbigliamento sportivo New Balance ha vinto una causa contro due aziende locali per aver imitato il suo logo "N" e ha ricevuto un risarcimento di 25 milioni di Rmb, uno dei maggiori risarcimenti concessi ai marchi stranieri nelle battaglie in tribunale sui marchi.
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