La soglia fissata nel 2014 a 240 mila euro potrà essere rivista all’insù adeguandosi agli incrementi previsti dai rinnovi contrattuali
L'emendamento della manovra sul tetto stipendi della Pubblica amministrazione approvato in Senato, che prevede l'applicazione degli incrementi previsti dai rinnovi contrattuali anche per i vertici della pubblica amministrazione, è una soluzione che tutela le competenze dirigenziali e garantisce quella crescita economica attesa sulla spinta del Pnrr. È quanto ha messo in evidenza il presidente di Federmanager Stefano Cuzzilla.
Secondo Cuzzilla «il tetto dei 240 mila euro è la conseguenza di un retaggio culturale che ha preso sempre più spazio e che non valorizza le capacità, il merito e le responsabilità e che si è scaricato a cascata su tutti i manager della pubblica amministrazione e delle società partecipate.
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