Marco Vannini ucciso a casa della fidanzata, Martina Ciontoli esce dal carcere: lavorerà in un bar

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Marco Vannini ucciso a casa della fidanzata, Martina Ciontoli esce dal carcere: lavorerà in un bar
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La giovane ha scontato con buona condotta un terzo della pena per il suo coinvolgimento nell'omicidio e potrà lavorare in un bar esterno...

, ha scontato un terzo della pena e, vista la buona condotta, le è stata accordata la possibilità di uscire dal carcere romano di Rebibbia per lavorare. La giovane, oggi trentenne, nel 2021 è stata infatti condannata in via definitiva per il suo coinvolgimento nell'omicidio dell'allora fidanzato.

La ragazza potrà uscire nei giorni feriali per lavorare in un bar in zona Casal del Marmo, come accordato dal magistrato di sorveglianza. L'orario lavorativo sarà di sette ore, dalle 7:30 alle 14:30, e, al termine, dovrà fare ritorno nel penitenziario. Durante i tre anni già trascorsi in cella, la giovane ha proseguito gli studi laureandosi in scienze infermieristiche.

Nella chiamata di emergenza, l'uomo sostenne che Marco Vannini "si era fatto un po' male" cadendo per le scale e ferendosi con un pettine. Secondo la Corte d'Appello del Tribunale di Roma, i familiari sarebbero stati "pienamente consapevoli della reale gravità dell'accaduto sin quasi dallo stesso momento in cui ne fu consapevole il feritore".

Nelle motivazioni con cui la Corte di Cassazione ha confermato le condanne per la famiglia Ciontoli, si legge che è "del tutto inverosimile che la Pezzillo, Federico e Martina Ciontoli potessero credere anche all'ulteriore mendacio che caratterizzò la condotta di Antonio Ciontoli, quando finalmente chiamò il 118 riferendo tuttavia che la ferita era stata provocata da un pettine a punta su cui Marco Vannini era scivolato".

"Ancora di più in quel momento essi ebbero piena cognizione della gravità di quanto stava accadendo, con un padre evidentemente impegnato, in maniera pervicace e crudele - sottolinea la Cassazione - a ritardare un intervento di soccorso che potesse risultare adeguato per salvare la vita di Vannini". La fidanzata della vittima, suo fratello e la madre "rimasero ancora una volta inerti, non assumendo alcuna fattiva iniziativa per aiutare la persona offesa.

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