La missione Mars 2020 della Nasa sta studiando il ventiduesimo campione prelevato dal suolo del pianeta rosso. La presenza di macchie causate da reazioni chimiche potrebbe indicare la presenza di biofirme, sostanze biologiche
La presenza o no di vita su Marte è una delle vie di ricerca su cui più insistono le agenzie spaziali di tutto il mondo. Ora, potrebbe arrivare una svolta. Il 21 luglio il rover della Nasa Perseverance, mentre esplorava il cratere Jezero sul pianeta rosso, ha raccolto il ventiduesimo campione di roccia dal 18 febbraio 2021, data in cui è atterrato su Marte.
Anche se, come spiega Farley, «non siamo stati in grado di determinare esattamente come si sia formata la roccia e in che misura le rocce vicine possano aver contribuito a creare le caratteristiche osservate su Cheyava Falls», gli studiosi ipotizzano che la roccia si sia inizialmente depositata come fango-argilla, penetrando nelle fessure di una roccia con il suo miscuglio di composti organici che alla fine si sono cementati nella roccia stessa.
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