L'omaggio di Mattarella a Manzoni in occasione dei 150 anni dalla morte dello scrittore lombardo: 'L'Italia gli è debitrice come esempio morale e di evoluzione della lingua'. Il discorso integrale.
Pubblichiamo qui di seguito il discorso che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha tenuto alla cerimonia in occasione del 150° anniversario della morte di Alessandro Manzoni, a Milano.Ringrazio, a nome di tutti per i loro interventi, il Sindaco, il Presidente della Regione, il Prof. Bazoli, il Prof. Stella., in questo 150° anniversario della sua morte. Un grande scrittore, un grande italiano, un grande milanese.
Nello sterminato territorio che separa l’universo valoriale di fra’ Cristoforo da quello, turpe, di don Rodrigo si muove - sembra dirci Manzoni - la storia, cammino dolente ma inarrestabile dell’umanità verso il futuro Al poeta Lamartine, che aveva parlato sprezzante di “diversità” di “popoli” italiani, Manzoni rispose con una lettera sdegnata: «No, non c’è più differenza tra l’uomo delle Alpi e quello di Palermo che tra l’uomo sulle rive del Reno e quello dei Pirenei.»
Conosciamo le riserve di Gramsci e di altri studiosi sul cosiddetto “paternalismo” manzoniano o sul suo vero o presunto “moderatismo”. Non spetta certo a me rievocare o valutare queste controversie politico-letterarie, peraltro influenzate dallo spirito dei tempi in cui si svilupparono. Ma vorrei condividere qualche breve riflessione sul Manzoni civile.
Ma - nella sua visione - è la persona, in quanto figlia di Dio, e non la stirpe, l’appartenenza a un gruppo etnico o a una comunità nazionale, a essere destinataria di diritti universali, di tutela e protezione.
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