Fratelli d'Italia si chiude attorno alla premier per il caso Almasri e lancia una campagna mediatica contro le toghe ritenute politicizzate. Salgono i toni...
" Giustizia a orologeria", "Toghe rosse". Sono espressioni già sentite più volte nella storia italiana e sono tornate a echeggiare accompagnate da un più recente ma già iconico "Non sono ricattabile". Oggi rendono l'idea del clima infuocato che c'è a Palazzo Chigi dopo che la premierper il caso del generale libico Almasri .
Intanto è partita la mobilitazione interna a Fratelli d'Italia. L'ordine di scuderia è quello di fare quadrato. I maligni dicono anche sia un motivo perfetto per distogliere l'attenzione dal caso Santanché. Ecco allora piovere comunicati di solidarietà da parte di qualsiasi esponente, di caratura nazionale o locale.
Parallelamente parte la mobilitazione social con locandine ad hoc contro le "toghe rosse": "La magistratura rossa attacca il presidente del Consiglio, ci dispiace per voi lei non è ricattabile". "L'opposizione giudiziaria è il maggior ostacolo politico di questo governo", ripete il ministro della Difesa Guido Crosetto, mentre il viceministro Francesco Paolo Sisto dice che il governo ora si aspetta una "archiviazione immediata" che potrebbe dimostrare che "non c'è una magistratura che va oltre l'adempimento dei suoi doveri".
Tutto lascia pensare che siamo al primo atto di un nuovo capitolo dello scontro tra governo e magistrati.Arriva più tardi, ma con tanto di foto e lunga riflessione social, il commento di Arianna Meloni che oltre a essere la sorella della premier è la responsabile del Tesseramento e della Segreteria politica di FdI. "Avanti sorella mia, sei il nostro orgoglio", scrive.
Governo Meloni Meloni Indagata Almasri Giustizia
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