I nodi principali sulla strada del governo sono i tre tecnici nei ministeri chiave: Economia, Esteri e Interni
Giorgia Meloni continua a tessere la tela del governo che verrà e punta a chiudere la partita possibilmente entro il 20 ottobre. Tra 18 giorni si riunirà il Consiglio europeo. E, una volta ricevuto l'incarico dal Quirinale e se avrà la squadra pronta, la presidente di Fratelli d'Italia potrebbe forse giurare in tempo utile per portare il dossier energia personalmente a Bruxelles, partecipando al vertice da premier accanto agli altri leader internazionali.
In questo quadro, proseguono i contatti con Mario Draghi, e non si esclude che ci siano stati pure nel fine settimana. Un filo diretto che consente a Palazzo Chigi di tenere informato il prossimo capo del governo su tutti i dossier aperti. E allo stesso tempo un'opportunità, per Meloni, per valutare insieme all'esecutivo uscente tutte le strade possibili in vista del quarto probabile decreto Aiuti.
Un lavorio costante che si sposa - anche nello stile - con la cautela e sobrietà mostrata dalla leader di destra dopo il trionfo elettorale di sette giorni fa. Oltre al silenzio, imposto ai big del partito che l'affiancano in riunioni e trattative. Riprenderanno in settimana, non solo con i fedelissimi ma anche con gli alleati di centrodestra . Il presidente del Consiglio uscente si starebbe limitando a impostare le linee guida della situazione.
Su un altro tavolo, FdI e il centrodestra stanno giocando la partita dei ministri. In queste ore accantonata rispetto alle priorità evidenziate dalla premier in pectore. E anche per più di una criticità da sbloccare. Nei giorni scorsi Meloni ha raccolto i desiderata di Lega e Forza Italia ma non ha sciolto il rebus sui ministeri chiave: Economia, Esteri e Interno.