Un giorno senza donne: viaggio a Città del Messico, vuota e silenziosa, nel giorno in cui le messicane hanno deciso di non lavorare, non comprare, non postare sui social per protesta contro gli oltre duemila femminicidi all'anno
C’era una calma quasi inquietante a Città del Messico, lunedì. Il traffico cittadino, tra i peggiori del mondo, era molto più gestibile. Sembrava che ci fosse meno gente per le strade e nei negozi del quartiere di Polanco, solitamente animato. Molti locali e centri yoga erano chiusi per tutta la giornata o avevano ridotto il programma dei corsi.
Nell’ultimo mese, i crimini violenti contro le donne e le bambine hanno scosso l’intera nazione. A metà febbraio, una bimba di 7 anni, Fatima, è stata rapita all’uscita da scuola nella zona sud di Città del Messico prima che la madre, in ritardo, arrivasse a prenderla. Quattro giorni dopo il suo corpo è stato trovato nudo e mutilato in un sacco di plastica.
Sono cresciuta in una famiglia messicana molto tradizionale, sebbene i miei genitori si siano trasferiti negli Stati Uniti poco dopo essersi sposati. Trascorrevo tutte le estati a San Luis Potosì con i miei nonni e le mie zie. Uno dei miei ricordi più vividi è mia nonna che prepara i vestiti di mio nonno ogni sera prima di andare a letto. Si svegliava presto per fare il caffè e la colazione e gli faceva trovare una tavola perfetta.
Io e mio marito diamo lavoro a tre collaboratrici, una domestica e due tate per le nostre gemelle. Lunedì, tutte e tre hanno avuto la giornata libera. Mio marito si è preparato il tè da solo, ha rifatto il nostro letto e ha consumato la colazione nella panetteria sotto il suo ufficio. Le mie figlie frequentano una scuola francese che avendo deciso di sostenere le sue dipendenti ha chiuso.
Sui social sono state postate foto di redazioni, uffici governativi e scuole senza donne e senza bambine. Batto le mani a tutte le aziende che hanno sostenuto l’iniziativa, tra cui Prada, Nike, L’Oréal, l’American School Foundation e Walmart. Aires de Campo, che ha una forza lavoro composta per il 60% da donne, ha concesso la giornata libera a tutte, benché ciò abbia comportato una riduzione della produttività.un’ampia maggioranza della forza lavoro ha scioperato.
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