Il presidente uscente Zoran Milanovic si è qualificato per il ballottaggio presidenziale in Croazia dopo aver ottenuto il 49,1% dei voti al primo turno. Milanovic, noto per le sue posizioni di destra e populiste, dovrà affrontare il candidato conservatore Dragan Primorac, che ha ottenuto il 19,3%.
Per un pugno di voti non l’ha spuntata al primo turno il presidente uscente, Zoran Milanovic .
Sulla carta socialdemocratico ma di fatto su posizioni di destra e populiste, il «Trump dei Balcani» nelle presidenziali in Croazia ha sbaragliato ieri gli avversari con il 49,1% dei consensi, mancando di poco la soglia del 50% necessaria per evitare il ballottaggio: tra due settimane dovrà affrontare il candidato del partito conservatore al potere, Dragan Primorac, distaccato di 30 punti: è arrivato secondo con il 19,3% delle preferenze. «Oggi gli elettori hanno riconosciuto la mia esperienza e la mia passione per il bene comune, i miei valori, contro ogni ruberia e contro la corruzione», ha detto Milanovic, 58 anni, davanti a diverse centinaia di suoi sostenitori a fine spoglio. «Mi batterò per la Croazia preoccupata di difendere i propri interessi», ha aggiunto. Contrario all’invio di armi all’Ucraina e alle sanzioni a Mosca, Milanovic è accusato di simpatie filo-russe. Ha poi mostrato di non essere il garante della Costituzione che il suo ruolo esigerebbe quando la scorsa primavera si è candidato alle legislative senza però dimettersi da presidente. Nelle politiche di aprile ha perso e ora è alla ricerca di un secondo mandato presidenziale con l’obiettivo di controbilanciare il governo, che dal 2016 è saldamente nelle mani dei conservatori dell’Hdz. Pediatra e professore universitario, ex ministro dell'Istruzione e della Scienza, Primorac ha chiarito che «il posto della Croazia è a Ovest, non a Est». Ha cavalcato i temi cari all’elettorato della destra nazionalista: ha promesso di fermare l’ingresso della Serbia nell’Ue se Belgrado non rivelerà dove si trovano tutte le fosse comuni rimaste inesplorate, ha detto che farà della guerra d’indipendenza degli anni Novanta «le fondamenta» dello Stato croato. Ha condotto una campagna presentandosi come un «unificatore», evocando i valori della famiglia e il patriottism
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