L'operazione di acquisizione di Mediobanca da parte di Montepaschi, sostenuta dal governo Meloni, scatena le proteste della sinistra e del Movimento 5 Stelle. Critiche per il possibile ruolo di Caltagirone e la mancanza di una strategia chiara per il sistema bancario italiano.
Hanno comandato a Siena per decenni. Ma ora si stracciano le vesti davanti al tentativo di scalata su Mediobanca per dare vita al terzo polo bancario sotto la regia del Tesoro. E dire che Montepaschi , quando è stato un feudo della sinistra, ha accumulato perdite su perdite, costringendo i governi a intervenire con due ricapitalizzazioni, una prima iniezione di 5,4 miliardi nel 2017 e un’altra da 2,5 nel 2022. La reazione dem è affidata ad Antonio Misiani.
«Seguiremo con grande attenzione l’offerta di acquisto di Mps su Mediobanca, vogliamo capirne tutti gli obiettivi e le ricadute» premette il senatore e responsabile economico del Pd. «Le operazioni di aggregazione rispondono all’interesse nazionale e vanno valutate positivamente se producono effetti positivi sotto il profilo industriale, occupazionale e finanziario, seguendo criteri di mercato» prosegue il senatore dem, «non se diventano parte di un risiko dettato da logiche opache di potere e con un ruolo sempre più invasivo della politica». Da qui la richiesta inviata al ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. «Il fatto che il Mef sia il primo azionista di Mps, la banca che ha lanciato l’operazione, rende necessaria da parte del governo la massima trasparenza» aggiunge Misiani, che sottolinea come «non abbiamo compreso se il governo abbia o meno una strategia per il futuro del sistema bancario nell’interesse delle famiglie e dell’economia reale. Chiameremo in Parlamento il ministro Giorgetti per chiedergli conto di tutto questo, a partire dagli obiettivi e dai criteri con cui l’esecutivo si vuole rapportare nei confronti di questa e di altre operazioni come Unicredit-Bpm e Generali-Natixis - che in questi mesi stanno cambiando radicalmente il profilo e la configurazione della finanza italiana».Più duro il M5s, con l’europarlamentare Gaetano Pedullà che accusa il governo Meloni di essere «ufficialmente il nuovo furbetto del quartierino» (un riferimento alle scalate di inizio anni 2000). Sulla stessa linea anche Emiliano Fenu, capogruppo M5s in Commissione Finanze alla Camera. «Meloni vuole davvero fare la sovranista?» si chiede l’esponente grillino. «Non usi Mps come strumento al servizio di partite finanziarie altrui, difenda la banca, così come metta in campo la Cassa Depositi e Prestiti e il Mediocredito Centrale, dando vita a una vera Banca d’investimento al servizio degli italiani e delle imprese italiane». «La notizia» prosegue Fenu, «dopo il far west finanziario in cui è sprofondato il Paese, è che nasce il “governo CaltaMeloni”, con il finanziere-costruttore Francesco Gaetano Caltagirone di fatto nel ruolo di ministro dell’economia...».Di diverso avviso invece governo e maggioranza. È la stessa Giorgia Meloni a esprimersi positivamente sull’operazione, definendola «di mercato». «Dobbiamo essere orgogliosi che oggi una banca come Mps, che fino a ieri ha avuto problemi, sia completamente risanata e avvii operazioni ambiziose» ha dichiarato la premier, aggiungendo che «se l’operazione dovesse andare in porto parliamo della nascita del terzo polo bancario che potrà avere un ruolo importante per la messa in sicurezza dei risparmi degli italiani». Sull’operazione lanciata venerdì da Mps per acquistare Mediobanca attraverso uno scambio di azioni che valuta l’istituto milanese 13,3 miliardi di euro è intervenuto anche il leader della Lega Matteo Salvini. «Sono orgoglioso che la Lega abbia salvato la banca più antica del mondo, Monte dei Paschi di Siena, che la sinistra voleva spezzettare e regalare» ha dichiarato il vicepremier. «Se adesso è addirittura nelle condizioni di poter crescere e dar vita al terzo polo bancario per l’economia italiana potrebbe essere una buona notizia». «Da una banca che il Pd aveva reso sostanzialmente moribonda a una banca che ora lancia le opa su altre banche... sono orgoglioso di aver salvato Mps» ha aggiunto Salvini. Antonio Tajani rimarca invece la necessità per il Tesoro di uscire al più presto da Mps, di cui detiene ancora l’11,7%. «Noi siamo per il libero mercato, è il mercato che, nel rispetto delle regole, fa le sue scelte. Per quanto riguarda Mps credo si debba completare nei prossimi mesi la privatizzazione di questo istituto di credito» ha detto il leader di Forza Italia. Più sfumata la posizione del presidente della Commissione Finanze della Camera di Fdi, Marco Osnato: «Sono laico su questo, non ravvedo né la necessità di far entrare lo Stato nelle banche, salvo in caso di dissesti, né quella di farlo uscire a priori». «Quando sarà il momento si deciderà per l’interesse degli italiani. Mi sembra esagerata l’attenzione posta su questo tema rispetto ad un’operazione di mercato che è assolutamente rilevante ed indipendente».
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