Dall'inizio dell'epidemia, le vittime del coronavirus a Nembro sono quasi cento e le campane non suonano più 💔 iocisono
A Nembro non si sorride più. Ornella qui ci è nata, cresciuta, si è sposata ed è diventata madre di due figli. Ma del suo Paese oggi non resta più molto. Le case sono le stesse, così le strade, i parchi e i negozi ma le persone no, quelle hanno perso la luce negli occhi da quando l’epidemia di coronavirus ha iniziato a portare vie tante persone.
Gli sciacalli non si fermano davanti alla morte e così sono arrivati anche a Nembro. Proprio qui dove le campane hanno smesso di suonare perché da giorni suonavano solo a morto e dove le ambulanze non usano quasi più le sirene, per non angosciare ancora di più i cittadini.Sono morti due nostri vicini di casa e abbiamo perso due amici con quest’epidemia
». Ornella per vent’anni ha lavorato come infermiera, oggi fa volontariato. In casa con lei ci sono suo marito, che continua a lavorare a Martinengo, dove si occupa di prodotti per impianti industriali e ospedalieri e il loro figlio minore. «Mi spiace essere bloccata e al bisogno non poter raggiungere i miei cari». I suoceri di Ornella vivono negli Stati Uniti e suo figlio maggiore in Spagna. «Ci scriviamo molto con whatsapp per rimanere in contatto, facciamo spesso videochiamate per vederci. Sono tutti molto preoccupati per la situazione in cui ci troviamo».
I Paesoni sono quelli in cui gli sguardi si riconoscono, al bar s’incontra sempre qualcuno con cui bere un caffè e il panettiere ti tiene il pane da parte perché sa che prima di mezzogiorno passerai a prenderlo. Lo fa anche il macellaio che ti tiene sempre il pezzo migliore, lo fa il fruttivendolo che porta solo merce di qualità, lo fa l’edicolante che se non passi, la settimana enigmistica te la lascia al bar. Una vita quotidiana che sa di famiglia e adesso manca.
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