Un’impresa del Bel paese barcolla? Un barbaro la salverà.
Un’impresa del Bel paese barcolla? Un barbaro la salverà. Ma non tutto è conquista, anche l’Italia non è stata da meno: nell’ultimo decennio il valore delle nostre acquisizioni negli altri paesi è stato superioreDa Murdoch a Del Vecchio, fino agli Agnelli.
L’allora Finmeccanica aveva acquistato l’inglese Westland e oggi l’Agusta fa elicotteri anche per gli americani. Benetton, messa alla gogna in patria, si espande all’estero, ultima mossa in Cile. La Mediaset dei Berlusconi è in Spagna e in Germania con Prosiebensat, ma vorrebbe creare un gruppo televisivo europeo. L’Enel controlla dal 2006 Endesa, la più grande società elettrica spagnola. L’Eni da tempo ha una dimensione globale.
Dopo la leggenda del patto raggiunto a bordo del Britannia, lo yacht della corona inglese, non si è fatto che parlare di un pezzo di stato gettato in pasto alle banche d’affari anglo-americane. La Fiat ferroviaria che aveva inventato il Pendolino, ceduta alla francese Alstom controllata dal gruppo del costruttore Bouygues, produce il Tgv e i locomotori per Italo.
Un aiuto non gratuito, è ovvio, e spesso non gradito, ma nell’insieme benefico. Carlo De Benedetti voleva creare un campione nazionale prendendo le aziende messe in vendita dall’Iri guidato da Romano Prodi, a cominciare dalla Buitoni che possedeva anche la Perugina. Non è finita bene. E nel 1988 è arrivata la Nestlé. L’Alemagna dopo esser passata dall’Iri anch’essa alla Nestlé, torna in Italia tra Bauli e Autogrill.
Il salto di qualità nella moda è avvenuto con l’ingresso di grandi gruppi internazionali e dei fondi di investimento. Marzotto vende marchio e azienda al fondo britannico Permira, filiazione della Schroder Ventures Europe, che sborsa 5,3 miliardi di euro. Di loro ha bisogno lo stesso Arnault, in particolare di un fondo americano nato nel 1989 a Greenwich come Catterton Partners.
Si tratta di una fase, probabilmente di transizione. La Tod’s negli ultimi anni sembrava aver raggiunto il massimo della propria espansione con un fatturato attorno a un miliardo e 100 milioni di euro. Catterton dovrebbe aiutare l’espansione negli Stati Uniti., anche loro gettano la spugna? Può darsi, per il momento hanno scelto di cambiare pelle, prima di rischiare il crollo.
L’eccellenza deve uscire dalle nicchie per dispiegarsi in pieno; gli italiani, splendidi artigiani, per acquisire una taglia tale da reggere alla competizione debbono entrare in un sistema più vasto.Gli odierni campioni nazionali fanno parte della generazione nata nell’immediato dopoguerra e affermatasi dagli anni Settanta in poi. La successione è il passaggio chiave per tutti loro.
Si sono sprecati improperi contro gli imprenditori italiani che si sono spostati ad Amsterdam, in Lussemburgo, in Svizzera. Trattasi di Exor, Luxottica, Berlusconi, Ferrero, Barilla, Caltagirone, Pirelli, Benetton, Stefanel, Campari, solo per citarne alcuni. Sono state approvate fior di leggi per trattenerli, ma loro hanno scelto il mondo intero.
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