Aldo Donegani e Luisa De Leo uccisi dal nipote dell'uomo, Guglielmo Gatti nel 2005. I loro resti vennero ritrovati nei boschi, fatti a pezzi nella speranza di non essere ritrovati. A quasi vent'anni di distanza manca ancora il movente
Lunedì primo agosto 2005: a Brescia il caldo afoso della pianura impregnava ogni passo. In città davanti al civico 15 di via Ugolini, il citofono dei coniugi, 61, continuava a suonare a vuoto da giorni. Nessuna risposta al cancello così come al telefono più volte fatto squillare da Luciano De Leo, un nipote della coppia che, per inciampo della vita, è un carabiniere in servizio a Castelfidardo.De Leo avrebbe dovuto trascorrere qualche giorno di vacanza con gli zii.
di un ragazzo di 14 anni, che il primo agosto, due giorni dopo la scomparsa dei Donegani, verso le 15,30 si trovava in macchina col padre sul passo del Vivione, vicino al luogo del ritrovamento dei corpi e che riconobbe in Guglielmo Gatti il conducente dell'auto, una Fiat Punto blu che li aveva sfiorati, rischiando un incidente frontale.
", dissero gli inquirenti. In quella stanza Gatti sezionò i corpi dei due coniugi imbracciando le cesoie poi gettate con i poveri resti.
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