PARIGI. Anche la moda piange. Una marea di lacrime scorrono sui fiori di Kenzo, sui papaveri, ortensie recuperate dall’archivio della maison e trattate in digitale dal direttore creativo Felipe Oliveira. Oliveira si interroga su come in questi tempi tragici di pandemia può restituire un sogno alla gente che di Kenzo ...
PARIGI. Anche la moda piange. Una marea di lacrime scorrono sui fiori di Kenzo, sui papaveri, ortensie recuperate dall’archivio della maison e trattate in digitale dal direttore creativo Felipe Oliveira. Oliveira si interroga su come in questi tempi tragici di pandemia può restituire un sogno alla gente che di Kenzo ha un’immagine solare e positiva.
«Non ho mai iniziato lavorare su una collezione con così tante domande opprimenti, così tanti sentimenti contrastanti rivolti a presente e futuro». Non ci sono risposte . Non c’è una formula matematica di rinascita nella sua collezione, ma solo un tentativo di fare ordine. Il mondo, sostiene pragmatico il creativo «è malato, sta sanguinando, ma è ancora vivo. E finché c’è vita c’è speranza.
Gli stati d’animo sono confusi, ma le dicotomie risultano nette e taglienti. Rimarcate da quelle lacrime sulla natura che si scioglie si stempera confusa come un disegno indefinito. Così nasce il sentimento primordiale teso a preservarla. Una consapevolezza che sfocia in un’ode alle api, agli insetti regolatori del pianeta. Gli apicultori, con i loro abiti e cappelli strambi dalle retro e che velano anche tutto il corpo.
Di questi tempi non si viaggia, se non con la fantasia, quindi gli abiti si trasformano per adattarsi alle nuove situazioni. Quel che è coperto e protetto diventa fragile e nudo, trasparente, sfidando pericolo e regole. Perché Kenzo è sempre stato un brand divertente e ottimista. «Volevo infondere un’energia grezza ma potente ai capi», spiega lo stilista. «E’ ora di separare tutto e rimetterlo insieme in modo sorprendente, libero e innovativo.
che cerco di capire il mondo attraverso opinioni autorevoli e informazioni complete e il più possibile obiettive. La carta stampata è un patrimonio democratico che va difeso e preservato.Ho comprato per tutta la vita ogni giorno il giornale. Da due anni sono passato al digitale. Abito in un paesino nell'entroterra ligure: cosa di meglio, al mattino presto, di.... un caffè e La Stampa? La Stampa tutta, non solo i titoli....
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