Il Parlamento Europeo ha votato una risoluzione per vietare l'utilizzo di simboli nazisti e comunisti di carattere sovietico nell'Unione Europea. La risoluzione pone la svastica e la falce e martello sullo stesso piano.
Giovedì 23 gennaio il Parlamento Europeo ha votato una risoluzione con l'intenzione di vietare l'utilizzo di simboli nazisti e comunisti di carattere sovietico all'interno dell'Unione Europea, ponendo quindi sullo stesso piano la svastica e la falce e martello. Se l'utilizzo della simbologia nazista è estremamente insolito nella sfera politica europea, non è raro ancora oggi vedere partiti che utilizzano la falce e martello, soprattutto in Italia.
Basti pensare che nel nostro Paese, fino al 2006, in Parlamento hanno sempre seduto rappresentanti eletti da partiti con la falce e martello nel proprio simbolo. \In Italia la falce e martello è sempre stata molto presente, ma nel 1948 solo pochi elettori trovarono sulla scheda lo storico simbolo del comunismo, dato che il PCI si alleò con i socialisti nel Fronte Democratico Popolare, il quale contrassegno conteneva solo il volto di Garibaldi. Solo in quattro collegi si presentò il Partito Comunista Internazionalista, che ottenne appena 20 mila voti. Dalle elezioni del 1953 in poi, per tutta la sua storia il Partito Comunista Italiano si è sempre presentato con simboli con la falce e martello, mentre il Partito Socialista ha abbandonato tale simbologia nel 1987, presentandosi alle elezioni di quell’anno con un contrassegno che raffigurava solo il garofano. Nel 1976, oltre 16 milioni di elettori hanno votato alla Camera per un partito con la falce e martello nel simbolo, fra PCI, PSI e Democrazia Proletaria. Anche con la fine del Partito Comunista, la caduta del muro di Berlino e dell’URSS, le schede elettorali italiane hanno spesso ospitato il simbolo di ispirazione sovietica. Il Partito Democratico della Sinistra l’ha ospitato nel proprio contrassegno elettorale dal 1992 al 1996, ma è stato presente sulle schede di praticamente tutta Italia anche fino al 2006 grazie a Rifondazione Comunista, che proprio nel 2006 è stato l’ultimo partito a portare in Parlamento degli eletti sotto il simbolo della falce e martello. Le elezioni politiche del 2008 sono le ultime in cui gli elettori trovano lo storico simbolo del movimento operaio sulle schede elettorali di praticamente tutta Italia grazie ai simboli di partiti minori come Sinistra Critica e il Partito Comunista dei Lavoratori, che hanno ottenuto, sommati, circa l’1% delle preferenze. Dal 2013 in poi la falce e martello continuerà a comparire in ogni elezione parlamentare italiana, ma in un numero sempre minore di regioni e circoscrizioni, con il Partito Comunista, Per una sinistra rivoluzionaria e il Partito Comunista dei lavoratori. \E nel resto d'Europa? In altri Paesi europei è più difficile incappare nel simbolo della falce e martello sulle schede elettorali, ma anche alle ultime elezioni europee nei principali paesi dell’Europa occidentale erano presenti formazioni che la utilizzano nel proprio simbolo. In Francia il Parti Communiste l’ha abbandonato nel 1996, ma nelle elezioni europee ha ottenuto lo 0,5% una coalizione creata da due partiti francesi entrambi rappresentati dalla falce e martello, Lutte ouvrière e Combat ouvrier. In Germania, sempre alle elezioni europee, si sono candidati due partiti di estrema sinistra con la falce e il martello nel simbolo, ovvero il Partito Comunista e il Partito Marxista Leninista, ma si tratta di due formazioni molto marginali, che hanno raccolto meno dello 0,1% dei consensi. Lo stesso vale per la Spagna, dove le formazioni che utilizzano lo storico simbolo del comunismo alle ultime elezioni europee hanno ottenuto, sommate, meno dello 0,2%
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