Depositate le motivazioni della condanna a oltre dieci anni per i membri della gang che quella sera scatenò il panico provocando oltre 1600 feriti e due morti.
Confermate le pene del primo grado e respinte le ricostruzioni alternative delle difese. Anche in questa sentenza si ripercorrono i momenti salienti di quella notte, a prova del fatto che i giudici e il collegio popolare dell'Assise d'Appello hanno cercato di scandagliare con cura le responsabilità individuali degli imputati.
Così, leggendo le motivazioni, compare il commento di Mohammed, uno dei ragazzi della “banda del peperoncino”: «La situazione era tranquilla e c’era il rischio di essere scoperti». Mentre loro si aggiravano tra la folla, in cerca di bottino, il maxischermo in piazza San Carlo proiettava la finale di Champions League Real Madrid–Juventus. La squadra spagnola aveva segnato il terzo goal e tra i tifosi bianconeri «si era diffuso uno stato di prostrazione».
Quei ragazzi «hanno agito in piena consapevolezza», scrivono i giudici. Non era la prima volta che, per racimolare cellulari, catenine e portamonete, con una sostanza urticante creavano confusione in manifestazioni affollate. Un rischio calcolato. Per i fatti di quella notte, in un altro procedimento che riguarda le carenze organizzative, sono imputati quindici rappresentati delle Istituzioni e delle forze dell’ordine. La rapina è stata compiuta durante un evento che non era stato pianificato correttamente.
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