Scopri il segreto per una potatura sana e consapevole che rispetta la natura e valorizza la bellezza del tuo giardino. Un approccio 'soft' per un equilibrio perfetto.
Come in ogni vero dilemma, c'è sempre un'alternativa, anche se la risposta unica possibile è «dipende». Ma da cosa? I giardinieri, l'ho capito frequentandoli, si dividono in due grandi categorie: decisi potatori e… pacifisti senza cesoie. Sebbene il mio approccio al giardinaggio sia piuttosto anticonvenzionale e totalmente ispirato alla natura (leggi: potare è innaturale), negli anni mi sono accorta che l'integralismo non funziona nemmeno con le piante.
Non esistono solo bianco e nero, specie in giardino dove regna il verde in tutte le sue sfumature. Di che team siete? Premessa fatta, vi spiego perché consiglio e pratico una forma di potatura che definisco «soft». Un compromesso buono e facile modulato negli anni, che mi ha portato dall'essere una accanita sostenitrice del non potare (perché occorre assecondare l'andamento naturale di ogni botanica, meglio di Madre Natura di sicuro non possiamo…) a divenire una giardiniera che osserva e, se serve, interviene. Potatura light di un ulivo per arieggiare la chioma. Non esistono solo potatori e potature da incubo, fatte da chi violenta le piante per incapacità o più banalmente per fare prima. A volte occorre afferrare le cesoie per il bene delle nostre coinquiline verdi e usarle per prevenire o curare un problema. Fondamentale però è sapere come agire, per non correre il rischio di far danni al posto che migliorie. Nonostante l'intricato mondo delle potature sia impossibile da sintetizzare a parole e senza metterci le mani, esistono delle regole di base -poche e semplici- che permettono a noi neofiti di agire senza doverci troppo preoccupare, perché è meglio non giocare a «Edward mani di forbice» se non si ha la stessa abilità. Vediamo come (ma anche dove, quando e perché) intervenire. Come potare Tutto quello che non si deve fare. Seghetto vecchio ed arrugginito, taglio piatto e sfilacciato. In questo modo i patogeni possono entrare nella pianta. Sempre e solo con cesoie manuali o elettriche, eventualmente un seghetto. Usando attrezzi di piccolo calibro non si dovrebbero far grandi danni (il motosega è proibito se non siete mastri potatori). Gli attrezzi devono essere preventivamente sterilizzati (con alcol, candeggina diluita in acqua o prodotti specifici) e la pulizia va ripetuta ad ogni cambio pianta. Occorre avere lame ben affilate, in modo che il taglio sia netto. Quest’ultimo deve esser praticato in obliquo al ramo, proprio come si affetta un salame. Cesoie affilate. Investite su un buon prodotto in modo che possa esser affilato più volte. Meglio non potare rami di grande diametro, specie se non si è pratici, ed è buona regola passare una spennellata di propoli sui tagli fatti, evitando di coprirli col mastice, perché impedisce alla ferita di respirare e può creare più danni che benefici. Non eliminare mai più del 30% della chioma di un albero, altrimenti il rischio è davvero di compromettere la sua salute. Dove tagliare Vite. Questa è forse la specie con più tipi di potature. ne esistono diversi, ognuno dei quali serve ad un determinato scopo. La potatura di ogni singola specie andrebbe affrontata in modo diverso, ma ci sono alcune regole generiche fondamentali. La prima è sicuramente tagliare appena sopra un internodo (dove da un ramo principale si inserisce un secondario o da un secondario parte la foglia). Infatti se si taglia a caso sulla lunghezza si può correre il rischio di essiccamento della parte di ramo tra taglio e internodo. Nel caso di polloni da eliminare, occorre tagliare alla base degli stessi. Potatura di formazione di un piccolo Prunus. In questo caso serve selezionare i migliori 4 o 5 rami disposti ad ombrello rovesciato. Da questi partiranno tutti i rami secondari. Se la necessità è di abbassare di molto alberi piuttosto alti, meglio farlo suddividendo l’operazione in 2 o 3 volte (leggi: 2 o 3 anni) in modo da non creare un trauma alla pianta e darle tempo di adattarsi gradualmente alla nuova dimensione. Per i grandi alberi dalla forma globosa è sempre meglio entrare nella pianta e osservare prima di potare. La maggior parte dei rami secchi è infatti dentro la chioma. Infine ci sono alcune piante cespugliose (per esempio la gaura) che vanno accorciate drasticamente alla fine di ogni fioritura per facilitare quella dell’anno successivo. In questi casi -se si è sicuri di potare una botanica che ha questa esigenza- si può procedere decisi lasciando il cespo a circa una spanna da terra. Quando intervenire Limone. Per potare gli agrumi meglio aspettare la primavera con clima mite e senza troppi sbalzi termici. Non esagerare. La fine dell’inverno è il momento migliore perché si opera su pianta ancora dormiente e molto spesso spoglia, fattore importante per aiutarci a meglio identificare le parti da eliminare. Dire «fine inverno» significa dare un indizio che va adeguato al proprio clima: vale la regola che le gelate (diurne ma anche notturne) devono esser un ricordo delle settimane passat
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